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Nuoto
Nuoto, Assoluti 2021: il bilancio. Riccione certifica una bella Italia tra promesse, certezze e speranze
Non si è raddoppiato il contingente in vista di Tokyo come si poteva sperare alla vigilia ma sono arrivate tante conferme e qualche sorpresa dagli Assoluti di Riccione che si sono chiusi ieri dopo quattro giorni di emozioni forti. Le certezze superano di gran lunga le delusioni e questa è già una gran buona notizia, non sono mancati i risultati straordinari e gli ottimi riscontri che ci si poteva attendere dai grandi protagonisti del nuoto azzurro.
Si sogna, inutile negarlo, in vista di Tokyo ma mettersi qui a fare il conto delle possibili medaglie è piuttosto prematuro. La certezza, oggi, è che Gwangju non è stato un lampo nel buio e che a livello giovanile si sta lavorando bene perchè il serbatoio delle nuove leve, capaci da subito di farsi notare a livello assoluto, è aperto e ben fornito. Più di così, oggi, è difficile chiedere anche perchè finalmente il movimento ha imparato dai suoi errori del passato: il primo dei quali era considerare finiti atleti messi ai margini da tecnici e dirigenti e che invece, magari dopo qualche stagione complicata, hanno ancora tanto da dare al movimento anche in termini di risultati internazionali e il secondo è mettere pressione sui giovani che vanno aspettati e aiutati a compiere il salto: ci sono le Pilato che sbocciano in fretta, ci sono i Martinenghi che ci mettono di più, tanto per fare gli esempi più eclatanti, e tutti possono regalare grandi soddisfazioni al nuoto azzurro.
LE CERTEZZE. La copertina della manifestazione l’ha presa Federica Pellegrini che, pur con un tempo per lei tutto sommato normale, ha centrato l’accesso alla sua quinta Olimpiade consecutiva e potrà diventare la prima donna a disputare cinque finali consecutive nella stessa gara. Gregorio Paltrinieri si è mantenuto su livelli molto alti, mentre Gabriele Detti ha fatto quello che poteva compatibilmente con una preparazione approssimativa e non finalizzata all’evento e con un piccolo stop per via del vaccino pochi giorni prima degli assoluti. Simona Quadarella c’è. I tempi sono in linea con quelli dei passati trials che la portarono a vivere due Mondiali e un Europeo da sogno: non è ancora la migliore versione (anche Minotti si aspettava qualcosa in più dalla sua pupilla) ma il tempo per salire di tono c’è, eccome.
GLI EMERGENTI. Quasi tutta la rana italiana promette bene, a partire dalla ragazzina prodigio Benedetta Pilato che ha tutte le carte in regola per giocarsela con le grandissime dei 100. Tra queste grandissime è entrata di diritto Martina Carraro, altra donna dei Campionati che ha strabiliato con il record italiano dei 100 e il secondo tempo stagionale al mondo. In campo maschile Nicolò Martinenghi ha fatto un ulteriore salto di qualità, issandosi alle spalle di Peaty e di Shymanovich nella graduatoria stagionale ma anche all time. Sembra inarrestabile la crescita del ranista varesino che dovesse salire ulteriormente di tono potrebbe davvero pensare a giocarsi un posto sul podio.
Uscendo dal mondo dorato della rana c’è Marco De Tullio che ha impressionato sui 400 stile libero per capacità di tenere il ritmo di Gabriele Detti. Anche per lui la crescita è sia mentale che fisica e davvero non si sa dove possa arrivare, considerato che la base è il quinto posto iridato di Gwangju. Restando sempre in ambito stile libero la conferma di una possibile 4×200 di altissimo livello è arrivata in una finale bellissima, nuotata su livelli medi molto alti, da vera potenza mondiale e con almeno due atleti al di sotto delle loro possibilità per problemi legati alla preparazione atletica (il primo, Filippo Megli, è il quinto al mondo di Gwangju e se ritroverà lo smalto ha dimostrato di potersela giocare con i top di gamma). Ha vinto Stefano Ballo prendendosi di fatto la carta olimpica per l’individuale e l’impressione è che la sua crescita non sia finita qui. Federico Burdisso ha dimostrato tutto il suo valore, sfiorando il record italiano dei 200 farfalla e ottenendo il minimo per Tokyo, nonostante la qualificazione già ottenuta. Burdisso parte dal quarto posto mondiale, così come Margherita Panziera che, dopo qualche sussulto in seguito ad un Mondiale fatto di tante attese e poche soddisfazioni, ha ritrovato lo smalto dei giorni migliori e proverà a giocarsela a Tokyo in una gara trafficatissima di campionesse.
GLI OUTSIDER. Partendo dalla velocità Alessandro Miressi non va sottovalutato. Ha trascorso troppo tempo degli ultimi due anni a rincorrere la condizione e a scacciare i problemi fisici e la speranza è che la sfortuna lo molli in questi quattro mesi per fargli ritrovare la condizione. Il Thomas Ceccon visto in questi giorni non è paragonabile a quello sfavillante di dicembre ma il giovane azzurro ha puntato tutto sugli Europei in questa fase e ha scelto un programma anomalo ed eclettico, che gli si addice. Elena Di Liddo sta risalendo la china sapendo che le difficoltà incontrate nell’ultimo anno ogni volta che c’è da gareggiare presentano il conto. Più che outsider, una sorpresa è stata Sara Franceschi che cinque anni fa conquistava giovanissima il pass olimpico e poi dopo un lustro fatto di tante difficoltà, si è fatta trovare nuovamente pronta all’appuntamento con il pass per i Giochi. Così come si è fatto trovare pronto il suo compagno di allenamenti Alberto Razzetti che, proprio all’ultimo, ha strappato il pass per Tokyo nei 200 misti con un tempo che potrebbe avvicinare una asticella addirittura per la finale: Una grande crescita per il 21enne ligure che lavora a Livorno.
DA RIVEDERE. Più o meno tutta la staffetta 4×100 maschile: Miressi e Ceccon hanno fatto quello che ci si attendeva da loro, gli altri no. Frigo da sufficienza e tutti gli altri al di sotto delle loro possibilità: una situazione da monitorare anche solo in prospettiva finale olimpica. Ci sono poi alcuni atleti esperti che ancora non sono riusciti a trovare il guizzo giusto per diversi motivi: tutto il settore della farfalla maschile con Codia e Rivolta al di sotto dei loro standard, il capitano della Nazionale di Gwangju Fabio Scozzoli, che agli Assoluti non ha partecipato a causa di un infortunio, la tre volte olimpica Ilaria Bianchi che non è riuscita ad avvicinare il tempo limite e di cui ci sarebbe bisogno al meglio delle possibilità per dare un po’ di respiro a Elena Di Liddo nelle varie staffette miste. C’è Simone Sabbioni che agli Europei e al Sette Colli dovrà salire di tono per prendersi un posto a Tokyo e magari recitare un ruolo dal protagonista nel dorso. Il tutto senza considerare una velocità femminile che qualche segnale lo ha lanciato con Cocconcelli e Tarantino all’altezza di una qualifica olimpica, assieme alle sicurezze Pellegrini e Di Pietro, mentre la 4×200 stile libero donne, al momento, è fuori da tutto e questa è una ferita aperta visto che solo sei anni fa era una delle più forti al mondo.
Foto Lapresse