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Nuoto, Federica Pellegrini campionessa infinita: con la quinta Olimpiade è già leggenda

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Non ha accettato scorciatoie e alla fine ha anche rischiato di dover rimandare la qualificazione olimpica, Federica Pellegrini. Il pianto a cui si è abbandonata dopo la finale dei 200 stile libero dice tutto sulla tensione accumulata (e ben nascosta) nei giorni ma forse anche nelle settimane scorse dalla campionessa di Spinea che oggi si era messa sulle spalle un macigno e lo ha saputo domare come solo le campionesse, quelle vere, sanno fare.

A 32 anni emozionarsi, tanto, per un campionato italiano quando la qualificazione alla quinta Olimpiade sarebbe già stata ufficiale da mesi, dà l’idea dello spessore di Federica Pellegrini che forse ha un po’ sottovalutato i postumi del Covid che ha lasciato segni antipatici che non le permettono ancora oggi di essere brillante come solo lei sa fare nella seconda parte di gara.

Qualsiasi atleta, di qualsiasi angolo del mondo, con questi presupposti avrebbe gestito la prima parte di gara per tenersi le energie nell’ultima vasca e invece lei ha ulteriormente alzato l’asticella, passando velocissima in 56″24 e poi da lì è iniziata la sofferenza, vinta con la mente più che con il fisico che iniziava a traballare negli ultimi 20 metri ed era un rimorchio da spostare a mano negli ultimi 10.

Federica Pellegrini festeggia il pokerissimo di partecipazioni olimpiche. Nel mondo degli sport acquatici raggiunge Giorgio e Tania Cagnotto e Stefano Tempesti ma ora di fronte ha un traguardo straordinario da tagliare: la quinta finale olimpica consecutiva nella stessa gara, impresa mai riuscita a nessuna atleta donna finora (Dara Torres ne ha disputate cinque ma non consecutive) e a livello assoluto riuscita solo a un certo Michael Phelps.

Non si accontenterà della finale a Tokyo, di questo si può stare certi. Dopo qualche giorno di stop ripartirà a testa bassa: l’1’56” di oggi non va visto come un risultato deludente, anche se è lontano dai suoi migliori. Tante volte, in preparazione dei Mondiali, ha fatto segnare questo crono ai Campionati Italiani primaverili, andandosi a prendere il podio a luglio e sa benissimo che ora l’attende un lavoro duro per tirare giù quei due secondi che possono aprire tante porte. Un lavoro che potrebbe passare dagli Europei di Budapest, forse non come gara individuale ma sicuramente con una presenza massiccia nelle staffette. Di sicuro il grande risultato della Divina passerà dal ritiro di Monte Remoe sui Pirenei, all’indomani del Sette Colli.

Di certo non andrà a Tokyo per fare passerella ma ci proverà fino in fondo a coronare il sogno di salire per la terza volta sul podio a Cinque Cerchi: in giro per il mondo i tempi si abbassano ma non c’è molto da preoccuparsi al momento perchè sul blocco di partenza lei ha spesso dimostrato di avere qualcosa in più delle rivali e una volta tanto potrebbe fare valere tutta la sua forza mentale ai Giochi, dove le cose non sono andate bene nelle ultime due occasioni.

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