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Renato Di Rocco ufficializza la candidatura al CONI: “Meno riflettori e telecamere, più cose concrete”

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Oramai è ufficiale, Renato Di Rocco ha sciolto le riserve, candidandosi in maniera ufficiale alla presidenza del CONI, e il prossimo 13 maggio sfiderà al voto Giovanni Malagò e l’ex campionessa olimpica su pista Antonella Bellutti. Tramite un comunicato stampa, oltre a render nota la sua decisione, l’ex numero uno della Federciclismo, ha criticato in maniera diretta e dura la gestione del presidente uscente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano Malagò. 

Andando più a fondo, Di Rocco ha definito così la l’amministrazione degli ultimi anni:Confrontandomi con i colleghi Presidenti di Federazioni, ho avvertito un diffuso malessere da parte del mondo dello sport per una gestione troppo personalistica ed elitaria, del tutto inadeguata, in particolare nel difficilissimo momento che stiamo vivendo”.

“Il CONI, in questi ultimi 8 anni, ha pensato molto all’immagine e poco alla sostanza. Siamo stati sempre sui giornali ed in televisione ma nel frattempo non è stato risolto neanche uno dei problemi che interessano alle Federazioni, agli Enti di promozione sportiva, alle società di base ed alle Discipline associate. Nelle mie intenzioni – prosegue Di Rocco – deve tornare ad essere centrale il lavoro di squadra. Bisogna recuperare lo spirito di servizio che contraddistingue il mondo dello sport ed il Coni deve tornare ad occuparsi dei problemi della base. Meno riflettori e telecamere, più cose concrete.”

Un punto focale è sicuramente l’impatto che il CONI ha avuto, e sta avendo, in questi mesi di pandemia: “Ha abbandonato a loro stesse le società sportive e gli operatori dello sport, che stanno vivendo una crisi profondissima. Mai una volta il CONI ha evidenziato le ricerche scientifiche che dimostrano come palestre e piscine siano luoghi sani, dove la distanza è rispettata ben più che in autobus ed in metropolitana. E sapete perché non lo ha fatto? Perché era impegnato a chiedere al governo più potere e più dipendenti”.

Successivamente si è anche soffermato sull’importanza della Riforma dello sport, delineata nel 2018: “Grazie a quella Riforma, tra l’altro non ancora totalmente realizzata, lo sport italiano ha ricevuto dallo Stato 176,5 milioni di euro in più. Ma il CONI ha deciso di combatterla impegnandosi in una guerra sbagliata, con il risultato di perdere tempo in litigi e diatribe anziché affrontare i problemi per risolverli nell’interesse di tutti”.

Foto: Lapresse

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