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Tennis, Alexander Bublik loda Jannik Sinner: “In partita l’ho chiamato robot, rifiuta la sconfitta”

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Alexander Bublik la prende con filosofia e sottolinea i meriti del proprio avversario. E’ con questo spirito che il kazako (n.44 del mondo) ha accolto il ko nei quarti di finale del Masters1000 di Miami contro Jannik Sinner. L’azzurrino, con grande pragmatismo, è riuscito a spuntarla con il punteggio di 7-6 (5) 6-4, guadagnandosi l’accesso alla semifinale dove affronterà lo spagnolo Roberto Bautista Agut (uscito vittorioso dal confronto con il n.2 del mondo Daniil Medvedev).

Per Bublik si è trattato del secondo ko consecutivo contro Sinner, ricordando quanto accaduto nel torneo di Dubai. Divertente poi, al termine del match, uno scambio di battute tra i due nel quale entrambi si sono detti di non essere umani e con Bublik che ha sottolineato l’eccezionale livello di gioco nonostante la sua giovane età: “In partita l’ho chiamato un paio di volte robot, che non sia umano lo penso davvero, è sorprendente che a 19 anni abbia questa forza mentale che anche giocatori più esperti non hanno. Rifiuta l’idea della sconfitta. Gli altri giovani sono fisiologicamente altalenanti nei risultati, ma lui è costruito in maniera differente. L’ho detto anche al suo coach, è davvero un grande giocatore“, le parole di Bublik a Ubitennis.

Il kazako per spiegare le qualità del proprio avversario è entrato nel dettaglio: “Sul 5-4 nel tie- break ha tirato fuori due punti incredibili, nei momenti determinanti mi ha spinto sempre a rischiare tantissimo con il dritto, perché lui gioca in un modo incredibile. A differenza sua io sì che sono umano, visto che per la tensione commetto doppi falli quando sono a rischio break”.

In buona sostanza, in un match tra due stili opposti di tennis è stata la solidità mentale di Jannik a fare la differenza contro la creatività dai connotati folli di Bublik. Sfida che, al di là dello score, è stata molto più dura per l’altoatesino di quanto lo stesso punteggio possa dire. In questo senso, gli attestati di stima del rivale e le difficoltà danno ancor più importanza alla vittoria ottenuta.

Foto: LaPresse

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