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Tennis, Gilles Simon: “Le ‘bolle’ servono solo per proteggere i tornei e non i giocatori”

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Il tennista francese Gilles Simon sicuramente parla chiaro e le sue idee alimentano spesso delle discussioni a riguardo. Il 36enne transalpino, ormai avviato verso la conclusione della propria attività agonistica (top-10 nel 2009 e n.63 ATP oggi), è pronto per affrontare il suo ottavo di finale nell’ATP di Cagliari contro l’azzurro Lorenzo Sonego.

Tuttavia, Simon più che di aspetti tecnici ha rivelato alcuni aspetti interessati, a L’Equipe, sull’organizzazione dei tornei e la gestione delle cosiddette “bolle”. A detta del giocatore transalpino, questo sistema, ideato per garantire la sicurezza di tutti e minimizzare i rischi legati al Covid, è solo un’assicurazione per la disputa del torneo.

Personalmente sono contro le bolle, ma è un’opinione e non vorrei più arrabbiarmi per questo. Mi sono detto: ‘va bene, ci sono le bolle, in base a queste condizioni sceglierò il mio calendario. Vado in località dove il tempo è bello. Qui (a Cagliari) il club è bello, poi andrò a Barcellona e all’Estoril’. Mi sto adattando. Ormai ho già smesso di dire di non fare bolle, anche se è evidente che non ci siano differenze nei casi positivi rispetto al circuito Challenger, dove non ci sono… Alle fine hai due opzioni: o gli dici che la cosa non ti va bene, e questo è l’unico modo per combattere, o ti adatti“, ha sottolineato Simon.

Il giocatore d’Oltralpe ha poi espresso in maniera ancor più chiara il proprio punto di vista: “Tutto il mondo è al limite, alla fine sono i giocatori a giocarci in queste condizioni. Per me le bolle sono lì per proteggere i tornei e non i giocatori. Sono rassegnato, credo che non cambierà nulla. Ho sempre detto che l’ATP è molto più dei tornei che dei giocatori, e questa situazione sta rendendo il tutto ancora più chiaro“.

Foto: LaPresse

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