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Tennis, Vincenzo Santopadre: “Matteo Berrettini ha reagito dopo Montecarlo. Infortunio non facile da superare”

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71 giorni: è questo il lasso di tempo da quell’infortunio di Melbourne al ritorno al successo in un torneo ATP. Matteo Berrettini ha vissuto a Belgrado una settimana da ricordare e l’ha fatto da campione.

La vittoria in Finale contro il russo Aslan Karatsev è speciale per l’importanza dell’avversario e il tennis espresso. Il romano, infatti, ha dovuto fare i conti con chi il giorno prima aveva sconfitto in una vera e propria maratona il n.1 del mondo Novak Djokovic in casa sua. Un Karatsev forse un po’ stanco, ma comunque sempre pericoloso coi suoi colpi da fondo.

Serviva il miglior Matteo per disinnescarlo e attraverso un piano tattico ben congegnato è stato possibile, con una vittoria al tie-break del terzo set giocato su livelli notevoli. Ad approfondire questi aspetti è stato il tecnico del tennista italiano Vincenzo Santopadre, intervistato da Dario Puppo nella rubrica su Sport2U (in collaborazione con OA Sport) TennisMania.

Santopadre, per parlare del quarto successo in carriera nel circuito ATP di Berrettini, ha voluto sottolineare le difficoltà del ritorno agonistico del giocatore nostrano. Il problema muscolare agli addominali, infatti, non è stato di facile risoluzione e il ko a Montecarlo (torneo nel quale Matteo è tornato a giocare) è stato difficile da digerire: “La sconfitta contro Davidovich Fokina è stata dura da mandar giù perché si aspettava una prestazione di altro livello. E’ chiaro che tornare dopo un infortunio del genere non è mai facile, ma il peso di quel risultato l’ha subito davvero molto. Evidentemente, questo è stato un modo anche per reagire alle difficoltà in maniera più decisa e, per quello che posso dire, sorprendente“.

La prestazione a Belgrado, infatti, è stata di grande rilievo e ha qualcosa di già visto e sentito: “Le sensazioni nel torneo in Serbia mi hanno riportato alla mente quanto è accaduto due anni fa. Anche nel 2019 la sconfitta nel Principato contro Dimitrov lo deluse, poi a Budapest vinse. Alla fine, a Belgrado è accaduto lo stesso“.

Ma come è stato possibile per Berrettini prevalere nei confronti di un giocatore capace di sconfiggere Djokovic e così forte in risposta? “Conosciamo le qualità del russo che in questo momento gioca un gran tennis ed è in forma. Matteo si è allenato con lui e alla fine sapevamo che il confronto sarebbe stato tra la risposta di Karatsev e il servizio di Matteo. Lui (Berrettini, ndr) ha poi avuto un rendimento in risposta convincente nell’incontro e in tutto il torneo. Indubbiamente, la combinazione servizio-dritto è stata un fattore anche perché nei colpi di inizio gioco pone una grande attenzione. Il risultato è stato frutto, come detto, dell’approccio. L’obiettivo era quello di giocare sempre con la voglia di rimanere attaccato al match e di metterci un qualcosa in più nella lotta. L’ha fatto molto bene“. 

Il riscontro del torneo balcanico è anche la conferma delle qualità del giocatore italiano, capace di imporsi su tutte le superfici, come sottolineato da Santopadre: “Il nostro obiettivo era quello di costruire un giocatore in grado di esprimersi al meglio in qualunque condizione. Se sei competitivo solo su una superficie non puoi andare avanti nel contesto moderno. E’ chiaro che da noi, in Italia, la tradizione dei campi in terra è molto radicata per il semplice fatto che ne troviamo in numero maggiore. Non è un caso che Matteo a 19 anni abbia disputato il 66% dei tornei a cui ha preso parte sul duro e ha sviluppato quelle qualità tecniche/mentali adatte ai campi veloci. Lui è stato bravo a capire che c’era un progetto a lunga scadenza e a essere pronto a giocare lì dove non era comodo“.

VIDEO INTERVISTA A VINCENZO SANTOPADRE

Foto: LaPresse

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