Pallavolo
Volley, Finale Champions League: lo ZAKSA Kedzierzyn Kozle ai raggi X. Tante insidie per Trento
Non ci sono tanti vocaboli che riescono a riassumere le caratteristiche della finalista di Champions Zaksa Kedzierzyn Kozle meglio di “tosta”. Lo usa per primo il neo-campione di di Polonia Andrea Gardini quando cerca di spiegare le qualità della squadra allenata da Nikola Grbic, espressione massima di un club il cui presidente è Sebastian Swiderski, ex schiacciatore della Lube, avversaria sabato sera della Itas Trentino nella Super Final.
Giocarci contro è un problema, sempre secondo Gardini, perché la squadra avversaria non ha punti di riferimento: tutti sanno fare bene tutto, i centrali difendono, gli attaccanti di palla alta murano, il libero è un gatto e te lo ritrovi da una parte all’altra del campo in un attimo ma, in questo caos apparente, tutto è organizzato alla perfezione, ognuno sa bene cosa deve fare e cosa sta facendo il compagno in quel momento.
Non ci sono le grandi star ma il punto di forza della squadra polacca è proprio il gruppo, lo spirito di squadra: quello che ha permesso alla formazione di Nikola Grbic di eliminare nella fase decisiva in Champions prima la Lube campione d’Europa in carica e poi lo Zenit Kazan che di Champions ne ha vinte a grappoli nell’ultimo decennio ed è stata comunque finalista nel 2019.
A far girare tutti i meccanismi dello Zaksa Kedzierzyn Kozle dalla cabina di regia ci pensa l’alzatore della nazionale francese Benjamin Toniutti, che, dopo l’esperienza di Ravenna in Italia si è accasato in Polonia e da lì non si è spostato più regalando la continuità di cui lo Zaksa aveva bisogno. L’opposto è Łukasz Kaczmarek, polacco, non il numero uno nel suo ruolo nella Nazionale campione del mondo ma giocatore solido, a volte ruvido, fin troppo ma capace di prove di grande continuità in attacco.
I centrali sono completi, a volte poco appariscenti ma molto efficaci sia in attacco che soprattutto a muro. Jakub Kochanowski è campione del mondo in carica con la sua Nazionale, 23 anni, 2 metri di altezza e campione iridato anche dell’Under 19 e Under 20 in carriera; lo statunitense David Smith, bronzo olimpico a Rio e iridato nel 2018 che nel suo peregrinare non si è mai fermato in Italia. Si è fermato, invece, in Polonia dove gioca ormai da cinque stagioni e sembra aver raggiunto a 36 anni l’apice della carriera pallavolistica in un club.
Nel reparto schiacciatori Grbic può pescare a occhi chiusi: l’uomo in più di questa stagione è il polacco Kamil Semeniuk, 153 punti messi a segno finora in questa edizione di Champions, finalizzatore sublime e uomo a cui Toniutti si affida spesso nei momenti decisivi e di difficoltà, capace di togliere le castagne dal fuoco anche in situazioni complicate. Nella squadra Nazionale polacca non mancherà, in vista di Tokyo, l’altro schiacciatore dello Zaksa, Aleksander Śliwka, uomo d’ordine ma allo stesso tempo anche attaccante sopraffino da zona 4. Una delle rivelazioni stagionali è lo schiacciatore polacco Lukasz Kaczmarek, capace di giocare frazioni delle ultime sfide di Champions su livelli elevatissimi, nonostante una esperienza internazionale non straordinaria. Prestazioni che lo hanno messo nel mirino di Vital Heynen in vista delle convocazioni olimpiche.
A completare lo starting seven c’è Pawel Zatorski, il libero che vanta due titoli mondiali in bacheca (in casa nel 2014 e in Italia nel 2018) e che è uno dei motori fondamentali di questo Zaksa, di cui è la bandiera e con cui cui ha vinto ben cinque titoli nazionali.
Foto LiveMedia/Roberto Bartomeoli