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Basket 3×3, Rae Lin D’Alie: “La strada sarà difficile, ma metteremo tutte noi stesse. Vorrei condividere con l’Italia un’esperienza speciale”

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Rae Lin D’Alie, per chi conosce il basket 3×3, è un nome che dice tutto. Dice Mondiali 2018, dice sesto posto nel ranking individuale tenuto dalla FIBA, ma non dice un’altra cosa: una parola che si chiama personalità. Quella che l’ha sempre portata a dare un’impronta di grande energia al gruppo. Ed è lei la persona attorno alla quale ruota tutto il percorso fatto finora dall’Italia in questa disciplina, che sta per vivere cinque giorni che potrebbero significare Tokyo. Ma la strada, come la stessa giocatrice protagonista anche con la Virtus Bologna nell’annata della semifinale scudetto spiega in quest’intervista avvenuta prima della partenza per l’Austria, è ancora lunga. E va affrontata con attenzione.

Come stanno andando le cose?

Bene, stiamo lavorando tanto, con efficacia importante, ma anche divertendoci e con il giusto modo di stare in campo, molto competitive. Sudiamo tantissimo, perché stiamo dando davvero tutto quello che abbiamo per prepararci bene“.

Andrea Capobianco com’è?

Mi piace tantissimo. È la prima volta in cui ho potuto veramente lavorare con lui perché ai primi raduni non ero presente a causa di vari infortuni. Ha le idee chiare, ci trasmette tanta energia, è sempre presente nell’allenamento, è una delle cose che mi piace di più di lui. Sembra che abbia uno standard molto alto, ed è bello, come giocatrice, avere qualcuno che ti sfida sempre a essere migliore ogni giorni“.

Ci sono le ragazze con cui siete insieme dal 2017-2018 e ci sono anche quelle nuove. Con loro come ti stai trovando?

È un gruppo fantastico. Le 4 dei Mondiali 2018 e 4 nuove. Sto godendo tantissimo. Le ragazze nuove stanno portando tanta energia, talento, siamo molto competitive, ma stiamo anche molto bene insieme. La chimica del gruppo, in questo momento, è al top. È molto piacevole per tutti, e infatti ogni giorno chiedo a qualcun’altra se le sta piacendo questa settimana e tutte dicono di sì, che è molto divertente il fatto di lavorare tanto“.

Com’è la situazione dei protocolli e quali sono?

Facciamo la giornata in stanza, quando ci andiamo ad allenare ci andiamo, facciamo i pasti normalmente, ma stiamo anche lavorando così tanto che siamo stanche ed è tempo in più che usiamo per riposare. Per i protocolli, la differenza è che stiamo in stanza da sole. Ovviamente quando andiamo ai tornei saremo molto precise, staremo perfettamente nel luogo in cui si va, nella stanza, e vai agli allenamenti, alla partita, e tutto sarà così“.

Nel raduno c’è Chiara Consolini, che tende a sorridere molto. È così anche con voi?

È una donna splendida, che sembra sempre che emetta un sacco di gioia. Si vede che sta lavorando forte e si sta godendo il momento. Questo è molto piacevole, perché l’energia positiva è molto importante nello sport e ne vedo tanta in lei“.

Spagna, Taipei, Austria, Svizzera. Come vedi queste quattro partite?

Sono quattro partite essenziali. La Spagna la conosciamo bene, ci abbiamo giocato contro per 3-4 anni ed è una squadra molto tosta, preparata, sono tecnicamente e tatticamente brave, e sappiamo fin da subito che noi dobbiamo fare del nostro meglio, dalla prima gara, e giocare la nostra partita. Poi sono tutte importanti, non ce n’è una meno importante dell’altra, e siamo tutte consapevoli di questo. Ci stiamo preparando per andare ogni giorno con la mente vincente in ogni momento. Quel giorno, con chiunque abbiamo davanti, vogliamo vivere un momento nel miglior modo possibile. Oggi, in questo momento, ci stiamo preparando per giocare le partite che ci possono portare alla prossima fase“.

Ci sono anche tante altre squadre forti: la Francia, che ha tante delle prime giocatrici di 3×3 al mondo, e gli Stati Uniti che tra le altre hanno portato Stefanie Dolson e Kelsey Plum. Un torneo molto competitivo.

Esattamente. Quando arrivi al torneo, sai che ogni persona vuole, nel suo cuore, andare alle Olimpiadi. Quindi se sei una giocatrice, uno staff o una federazione, tutti si stanno preparando per quell’obiettivo. Per noi non è una notizia nuova che le nazioni vogliono portare il loro meglio. Noi cerchiamo di essere al meglio consapevoli che quando arriveremo al torneo butteremo in campo tutto quello che abbiamo per andare verso quell’obiettivo, così come i nostri avversari. Il livello è sicuramente alto, e come giocatrice, quando vai a fare questa tipologia di cose, si gioca per questo, ci si allena per questo, si suda per andare contro il meglio e cercare di arrivare più in alto di dove pensi di arrivare. Sono contenta di quest’opportunità perché vedo questo per l’Italia“.

Nel 3×3 spesso le partite si giocano una a breve distanza dall’altra, nello stesso giorno. Come si riesce a recuperare e poi rigiocare quasi subito un’altra partita?

Con preparazione, intelligenza, e più di tutto quando arrivi in campo e c’è una partita da giocare ci vuole tanto cuore. Ci vuole la mente che reagisce, e anche quando è stanca è capace di fare più di quel che tu pensi possa fare. Penso che questo sport sia una rappresentazione di una sfida difficile, ma che devi superare. Si fa nella preparazione, ma anche nell’istinto di vivere le emozioni. Dai tutto per una partita di 10 minuti, la prossima dici ‘sì, son stanco, è vero, però adesso lo rifarò’“.

Il che si spiega ancora di più con il fatto che nel 3×3 vai al doppio della velocità rispetto al basket normale.

È come ascoltare la musica acustica di chitarra e poi passare al rap. È completamente diversa, sono tutte e due piacevoli nel loro modo di essere e sicuramente quello del 3×3 è quella dell’alto ritmo“.

Poi tu componi, quindi il paragone ci va a pennello.

Esatto“.

Cosa ti aspetti da quello che sta per arrivare?

Tante nazioni, insieme, che lottano con tutto quello che hanno, e da competitrice, per me questo è bellissimo, perché la competizione è divertente per quello. Aspetto da noi di vedere un gruppo di persone, come giocatrici e come staff, che sanno che hanno messo tutto per raggiungere una cosa che è davanti a noi. E non dico solo in dieci, ventun giorni, dieci anni. Sono più di dieci anni che esiste il 3×3, ci sono tante persone che hanno lavorato per questo momento. Quando dico gruppo intendo il gruppo grande, ma anche il gruppo piccolo che andrà a rappresentare la nazione e questo movimento. Da noi giocatrici immagino un torneo in cui noi possiamo giocare nel modo migliore che abbiamo mai pensato. Sarebbe questo il mio sogno. La mia immaginazione mi porta là. Cosa ci aspetta? Una ‘guerra totale’. Sappiamo che ogni minuto, ogni secondo in cui andiamo in campo c’è qualcosa da conquistare, perché non c’è niente che sarà dato, per nessuno. La strada sarà difficile, sarà lunga, ma io con tutta me stesso credo che ognuno di noi metterà tutto per cercare di vivere un’esperienza molto speciale“.

Fra l’altro tu vieni da qualcosa di molto positivo, che è stata la stagione con la Virtus. Che a inizio stagione non si aspettavano in molti, con la semifinale e il lungo periodo davanti.

Abbiamo superato le aspettative delle persone fuori. Non so se abbiamo superato le nostre attese o cosa credevamo di poter offrire quest’anno al campionato italiano. Sono grata di aver lavorato con questo gruppo di persone, perché abbiamo dimostrato molto di più di quello che le persone pensavano. Ci sono stati momenti sfidanti, siamo riuscite a battere l’attacco di chi era di fronte a noi. Quest’anno era una sfida ed era speciale per quello, e sono felice perché siamo riuscite a fare un’altra cosa che nessuno si aspettava. E questo è un po’ quello che col gruppo che era anche in A2, in questi anni, si è creato. C’era il fatto di superare i nostri limiti, e penso che l’abbiamo fatto“.

Ed è un gruppo in cui voi, che c’eravate già, siete state rispettate come veterane. Quelle che sono arrivate hanno capito la situazione, si sono integrate e tutte insieme siete arrivate dove siete arrivate.

Esatto. Non è facile per niente, e poi ho imparato in questi anni che quando hai gruppi di persone da diverse nazioni, ci vuole un gran cuore, una gran mente e una grande maturità per scegliere di fare le cose insieme per riuscire a fare il meglio di quel che pensi di essere. E per questo, per quanto difficile quest’anno con il Covid, di una cosa sono certa: come gruppo di persone siamo riuscite a unirci e a prendere una cosa più grande di noi. Adesso per la Virtus c’è un’annata in Europa, e non credo che nessuno pensasse che questo potesse succedere in due anni. Quindi sono contenta per quello“.

E diciamo che la squadra si è leggermente rinforzata con Zandalasini.

Un grande acquisto, anche per fare un grande progetto in Europa. Portare Zandalasini e un coach di quel livello lì (Lardo, N.d.R.) è una benedizione per Bologna, e spero anche per il basket italiano“.

Parlavi del gruppo. Che, inteso come Nazionale 3×3, è proprio un gruppo vero, sia con le compagne storiche che con quelle nuove che si stanno avvicinando a questo mondo.

Io lo vedo come un gruppo autentico. Un gruppo di persone, quelle che sono qui dentro da anni. Passare certe cose insieme come soffrire per perdere le partite e anche di gioire per vincerne altre aiuta a essere più autentiche e genuine. Con le nuove abbiamo poco tempo insieme, ma quando vengono in palestra danno tutto quello che hanno, le menti positive, stiamo veramente lavorando forte e poi giochiamo con un’intensità e un’energia incredibili. Poi ci diamo tutte il cinque sorridendo, scherzando. Si vede che questo di gruppo di persone è qui in un modo che, se devo spiegare, stiamo facendo un ottimo lavoro. In ogni momento non pensiamo al domani, ad altre cose. Ogni persona qui pensa a dare il suo meglio, e questo lo vedo tanto e penso sia una qualità non solo del basket, ma anche di vita. Quando la vita la vivi bene, è una delle cose più importanti il vivere nel presente“.

L’anno scorso dicevi che mentalmente, quando avevano rinviato le Olimpiadi, era come se ti avessero tolto qualcosa. Invece ora non vedi l’ora di arrivarci.

La strada è stata lunga, con diverse curve inaspettate, ma ho sempre creduto che fossimo sulla strada giusta. Quindi quando è stato tutto rinviato in un anno, si è trattato di digerire il momento. Adesso, guardando indietro, sono molto grata, perché penso che per come stavamo vivendo tutti quel momento ci voleva un anno per digerire tante cose che stavano accadendo nel mondo. Spero che adesso possa essere un momento in cui possiamo essere felici con tante persone nel mondo, perché stiamo cercando di uscire da un momento tra i più difficili degli ultimi anni. Spero che una cosa come lo sport possa aiutare a dare energie positive per continuare a ispirare le persone su come vincere nella vita, in ogni momento“.

Tra la Rae di un anno fa e la Rae di adesso quant’è cambiato dopo tutto quello che è successo?

Domandona per me. Personalmente ho passato un periodo, in questi due anni, tra i più duri che io abbia mai passato. Credo che io, come persona, sia sempre la stessa persona, solo ritrovata. Come quando passi diverse sfide, difficoltà, sofferenze, e viene fuori un altro lato con più esperienza, saggezza, forza. Io spero e credo che questa sia la strada. Per me, per tante sfide di questo periodo, sono contenta di godermi questo gruppo, il basket. Non vedo l’ora di vivere l’opportunità di prendere un sogno con l’Italia. Sembra di scalare la montagna più grande in questi cinque anni, e per qualche ragione gli ultimi due la pendenza era ancora più inclinata. Ma vedo la fine di questo percorso e lo vedo vicino. Credo che con tutto quello che abbiamo dentro di noi come gruppo cercheremo di andare a fare gli ultimi passi come i primi. Magari con lo stesso DNA di quando abbiamo iniziato ad arrampicare la montagna, ma anche con tante cose che abbiamo guadagnato dentro come carattere in questi anni“.

Ed è un po’ anche quello che volevi dare all’Italia quando hai cominciato a giocare in e per l’Italia.

Mi piacerebbe condividere con l’Italia un’esperienza speciale. Penso che sono qui da 10 anni e mi stupisce. Io non lo avrei mai detto, se mi avessi chiesto 10 anni fa per quanti anni mi sarei vista in Italia. In questi 10 anni Dio ha usato l’Italia per benedire la mia vita in un modo enorme. Mi sento più ricca come persona, di esperienza, di come vivere. Sento come sono arrivata, e adesso che sono a 10 anni la mia vita è diventata migliore. Credo di dover dire grazie a Dio che ha permesso tante cose che l’Italia mi ha fatto sperimentare. Mi piacerebbe condividere una nuova gioia di un livello ancora più alto di quello che ho sperimentato in questi anni“.

Ti si sente l’emozione dentro perché si capisce quanto ci tieni a volere tutto questo.

Non credevo che la strada sarebbe stata così difficile se devo essere onesta. Più la strada è difficile, più il premio è bello, è alto. Non mi fermo mai perché dico ‘wow, se è così difficile la sofferenza, quanto grande è la gioia dall’altro lato?’. Cerco sempre di vedere il momento attraverso quegli occhiali“.

Foto: fiba.basketball

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