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Basket, Tommaso Baldasso: “Fortitudo, esperienza positiva. In Nazionale mi impressiona come Meo Sacchetti riesce a creare un gruppo”

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Quella di Tommaso Baldasso è stata una stagione che più diversa dal normale non può essere. Cominciata per il quinto anno di fila alla Virtus Roma, cui ha dato fiducia nell’incertezza estiva diventandone capitano, la sta terminando alla Fortitudo Bologna, la squadra per cui ha sempre avuto un debole e alla quale si era ispirato per la maglia numero 13, diventata 25 perché il 13, in chiave biancoblu, è sul soffitto e apparterrà sempre a Gary Schull, il Barone. In mezzo, quattro occasioni per mettersi in luce in Nazionale, tra Tallinn e Perm. Di quest’esperienza, e di altri episodi della stagione, ha parlato nell’intervista di cui è possibile vedere e ascoltare la versione integrale e leggere alcuni passi.

Sullo stato d’animo: “Dopo la vittoria con Cantù c’è un attimo di tregua in più, perché la salvezza è stata raggiunta e l’ambiente è un po’ più sereno. Sono molto contento“.

Sulla stagione travagliata dei suoi club: “Andare via da Roma, per il contesto, per come mi trovavo e per la responsabilità in campo è stato difficile. Non era semplicissimo dover abbandonare il fatto di stare a Roma e finire in un altro posto. A Bologna sono stato accolto bene, all’inizio avevo un po’ di ansia perché non sapevo cos’avrei trovato davanti. Sapevo che la Fortitudo aveva bisogno di certe cose, io volevo dargliele, e soprattutto io ne sono anche tifoso. Ero un po’ spaventato, perché a Roma ero stato molto bene, ma l’esperienza è stata positiva. Tutti mi hanno trattato molto bene, con molte accortezze. Sono contento di aver fatto la scelta di venire in Fortitudo“.

Sul derby da 24 punti: “Situazione irreale. Siamo arrivati molto tirati, perché eravamo in sette in una partita che conta veramente tanto per la città. Secondo me siamo stati bravissimi a giocarcela fino alla fine, poi stanchezza, lucidità hanno fatto la differenza. Poi che io preferisca fare due punti e vincere che farne 24 e perdere è chiaro, soprattutto nel derby“.

Sull’esperienza in azzurro: “Parti e metti la maglia della Nazionale. Non puoi far altro che essere molto contento. Indossare la maglia delle giovanili è un orgoglio, ma quella della maggiore è più che importante. Hai una carica e un orgoglio addosso enormi, sai che è la maglia più importante che abbiamo in Italia. La prima volta ero veramente molto emozionato. Il contesto purtroppo è quello cui siamo abituati, ed è anche brutto pensare che potremmo esserlo, a dover stare negli hotel, esordire in palazzetti vuoti. In quel momento lì, però, bolla o non bolla, tutto questo se ne va dalla testa. Meo Sacchetti ti lascia la possibilità di giocare secondo il tuo istinto. Se tiri da nove metri con l’80% lo fai. Mi ha fatto abbastanza impressione come lui, con pochi giorni, e a Tallinn eravamo in cinque a essere esordienti, riesce a creare un gruppo. Ti mette di buonumore, ti da tranquillità. Ci si conosce meglio, ti fa vivere la bolla, il ritiro in un modo che aiuta a far gruppo, ed è molto divertente. Ti aiuta in tante cose a stare meglio insieme“.

Sull’evoluzione personale nel gioco: “Abbiamo lavorato tanto sul fatto di prendere consapevolezza, fiducia e fluidità nel palleggio arresto e tiro, cosa di cui prima non mi fidavo eccessivamente. Sono contento perché è un aspetto che ho migliorato molto. Però non è ancora finita“.

Sulle prospettive future: “L’idea di andare a giocare all’estero c’è a livello di obiettivo. Non ai livelli di Datome e Polonara perché non sono ancora a quel livello, ma quello che vorrei è diventare la miglior versione di me stesso. Se sarà collocarsi in una squadra di Eurolega, EuroCup o Champions League, non lo so. Ma intanto l’obiettivo è quello, e poi vedere dove posso collocarmi. Mi piacerebbe un’esperienza fuori, perché non sei a casa tua e sei meno tutelato, andando a giocare da straniero. Però l’obiettivo a breve termine è quello di fare i playoff qui, se non quest’anno il prossimo“.

LA VIDEO INTERVISTA A TOMMASO BALDASSO

Credit: Ciamillo

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