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F1, Charles Leclerc: “L’obiettivo per Montecarlo è essere la terza forza, proprio come a Barcellona”

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Charles Leclerc ha cominciato il 2021 in maniera molto solida, chiudendo due volte quarto e due volte sesto, risultati che gli valgono la quinta posizione provvisoria nel Mondiale, a soli 7 punti da Valtteri Bottas. Ora arriva quello che è a tutti gli effetti il suo Gran Premio di casa, ovvero quello di Montecarlo, dove è nato e cresciuto. Quali sono le aspettative per il weekend? Il podio è davvero possibile? Ecco quanto ha dichiarato il ventitreenne del Principato durante la conferenza stampa dei piloti antecedente alla gara.

“Sono molto felice di poter tornare a gareggiare qui, a casa mia. Purtroppo nel 2020 non è stato possibile correre e mi è spiaciuto parecchio, perché ovviamente questo è un posto speciale per me. Se c’è una maledizione per me? Diciamo che nel 2018 e nel 2019 ho avuto tanta sfortuna, ma spero che quest’anno possa andare meglio. Il 2019 è stato davvero una grande delusione, perché in qualifica abbiamo sbagliato completamente strategia. Proprio per questo voglio dare tutto sia in qualifica che in gara”.

Quali sono le aspettative per il fine settimana? “Non è realistico pensare di poter vincere solo perché usavo queste strade per andare a scuola in autobus tutti i giorni o perché ho imparato a nuotare alla piscina dove c’è la chicane, che tra l’altro è il mio punto preferito del tracciato. L’obiettivo deve essere quello di porsi subito dietro a Mercedes e Red Bull, proprio come avvenuto a Barcellona. Non possiamo pensare di sfidarle, non abbiamo ancora quel livello”.

In ogni caso, Charles sa bene come muoversi. Sul giro secco possiamo essere più vicini a Mercedes e Red Bull di quanto non lo saremo in gara, dove se loro non avranno problemi, sarà difficile stargli davanti. D’altronde non è più come un tempo, il pilota non può tanta differenza neppure a Montecarlo. Ok, magari si possono guadagnare due o tre decimi, ma non credo che per quanto mi riguarda siano sufficienti per stare davanti a Hamilton o Verstappen. Dopotutto, non solo hanno vetture migliori della nostra, ma non sono neppure gli ultimi arrivati!”

Il fatto di essere nato e cresciuto a Montecarlo ha influenzato la sua decisione di provare a diventare un pilota di Formula Uno? “Fino a un certo punto, chiaramente avere il Gran Premio ogni anno mi permetteva di vedere la F1 di continuo e mi faceva sognare di essere in una delle macchine che gareggiano qui. Però, non è stato il GP a farmi innamorare del motor sport, la mia passione è nata per caso. Avrò avuto 3 o 4 anni e un giorno mio padre mi portò con lui a un incontro che doveva avere con Philippe Bianchi, il papà di Jules Bianchi, il quale gestiva un kartodromo. Ho visto i go-kart ed è stato un colpo di fulmine. Il Gran Premio di Monaco ha solo contribuito ad alimentare una passione che però è nata per altri motivi”.

Foto: La Presse

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