Formula 1
F1, la Ferrari mostra i muscoli. A Montecarlo il Cavallino è tornato Rampante. Però la rottura di Leclerc…
La Ferrari ha archiviato un Gran Premio di Monaco dal bilancio paradossalmente agrodolce. Le aspettative erano elevate, tanto che pur senza dichiararlo apertamente si sperava di ottenere il primo podio stagionale. Obiettivo raggiunto, poiché Carlos Sainz ha concluso in seconda posizione. Eppure, c’è un po’ rammarico, perché le vetture di Maranello nella top-three avrebbero potuto tranquillamente essere due. Infatti, senza il ritiro di Charles Leclerc avvenuto prima ancora della partenza, si sarebbe potuto addirittura sognare di vincere.
Il successo sarebbe stato davvero possibile? Possibile sì, probabile no. Ammettendo che il monegasco fosse riuscito a scattare dalla pole position, Max Verstappen avrebbe avuto l’opportunità di aspettare la sosta del poleman per poi spingere al massimo con pista libera. A Montecarlo paga l’overcut, non l’undercut, come dimostrato da Sergio Perez, Sebastian Vettel ed Esteban Ocon. Gli strateghi della Red Bull ne sarebbero stati consapevoli? Considerando come hanno gestito la gara di Checo, riuscendo a farlo salire dall’ottavo al quarto posto grazie al prolungamento del primo stint, è estremamente verosimile.
Dunque, bisogna essere onesti, la vittoria sarebbe stata comunque molto difficile da raggiungere. Certo è che si sarebbero potuti ammirare entrambi i piloti sul podio e sarebbe stato davvero un bel vedere. Cionondimeno, se mercoledì 19 maggio qualcuno avesse chiesto alla Ferrari di firmare per chiudere la gara con un secondo posto, chi di dovere avrebbe preso la penna al volo e apposto tutti gli autografi necessari affinché questo avvenisse.
Si auspicava che le Rosse potessero tenere testa alle Red Bull e alle Mercedes, ma vederle allo stesso livello delle creature di Adrian Newey e superiori alle Frecce Nere sarebbe stata considerata fantascienza. Dunque nel GP di Monaco la Ferrari ha centrato l’obiettivo che, silenziosamente, si era prefissata: tornare sul podio. Finalmente la Scuderia di Maranello ha abbandonato il midfield, per tornare a essere una front runner.
Non era certo una dinamica scontata. Lo dimostra l’Alpine, che dopo la grande crescita di Barcellona riponeva a sua volta elevate aspettative su Monaco. Invece le vetture francesi sono tornate a casa con le pive nel sacco, dovendosi accontentare di due punticini raccolti con le unghie da un Ocon sempre più convincente, a differenza di un Fernando Alonso degno di una puntata di “Chi l’ha visto?”. Quindi vanno bene, anzi benissimo, la pole position fine a sé stessa di Leclerc e la piazza d’onore di Sainz. La Ferrari a Montecarlo ha saputo collocarsi dove sperava di essere, ovvero dove le dovrebbe competere per status e budget.
Difficilmente, però, sarà così anche tra due settimane a Baku. D’accordo, sempre di circuito cittadino si tratta, ma dalle caratteristiche diverse rispetto a quello ricavato tra Le Rocher e il Mediterraneo. Il tracciato sulle rive del Mar Caspio è decisamente più veloce. C’è una sezione lenta, quella della città vecchia, ma anche un lunghissimo rettilineo e tante curve secche a 90°. Sarà decisamente più complicato per la Scuderia di Maranello ripetersi sul livello espresso negli ultimi giorni. Verosimilmente si dovrà tornare a sgomitare con la McLaren, mentre Mercedes e Red Bull si scorneranno per il successo. Comunque sia, Monaco è stata una bella boccata d’ossigeno anche in ottica futura.
È tuttavia doveroso effettuare una riflessione in merito a quanto accaduto a Leclerc. Se la rottura del porta mozzo sinistro è derivata dal botto di sabato, com’è possibile che il pezzo abbia superato tutti i controlli effettuati e abbia ceduto appena la SF21 è tornata in pista? Se, invece, davvero il contraccolpo non c’entra nulla con il problema, Charles sarebbe incappato in un clamoroso colpo di sfortuna. A chi dirige il team il compito di approfondire la questione. Con il trofeo del 2° posto in bacheca, si può indagare con il cuore più leggero.
Foto: La Presse