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Formula 1

F1, perché la Ferrari a Portimao ha sofferto l’innalzamento delle temperature? I motivi

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Un brusco passo indietro. La Ferrari lascia il Portogallo con le ossa rotte perché le aspettative era altre rispetto al sesto posto ottenuto con il monegasco Charles Leclerc e all’undicesimo con lo spagnolo Carlos Sainz.

Riavvolgendo il nastro si è notato che le condizioni particolari nelle quali si è corso siano state poco gradite dalla monoposto di Maranello, “allergica” ad un innalzamento delle temperature sull’asfalto dai 40°C in su. Questo problema si era manifestato chiaramente in Bahrain e lo si è notato in gara a Portimao, visto che nel corso delle prove libere e delle qualifiche le prestazioni erano state ottenute in contesto climatico diverso.

Perché si verifica questo? La SF21 con benzina a bordo patisce le accelerazioni fuori dalle curve lente. Manca il grip meccanico di telaio e sospensioni, che con marce basse innesca pattinamento sul retrotreno, obbligando il pilota a intervenire sul differenziale per gestire il sovrasterzo di potenza e ripristinare la trazione ottimale.

In tutto questo entrano in gioco dinamiche d’assetto come il trasferimento di carico in staccata che alleggerisce il posteriore e insieme al rollio riduce l’aderenza sulla ruota interna causando immediate perdite di aderenza. Modifiche/correttivi sul carico aerodinamico, taratura delle sospensioni e inclinazione dell’assetto rake consentono di apportare dei piccoli miglioramenti, ma è chiaro che l’insieme del pacchetto presenta dei problemi irrisolvibili perché ereditati dal fallimentare progetto della SF1000.

Criticità che, per l’appunto, con il caldo si fanno più importanti per il degrado delle gomme. Pertanto, trovare una soluzione non è semplice, considerando i regolamenti molto limitanti da questo punto di vista. Affidarsi a semplici regolazioni non pare bastare, ma vedremo a cosa penseranno a Maranello.

Foto: LaPresse