Formula 1

F1, perché la Ferrari va così bene a Montecarlo. I segreti di un feeling inatteso

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Già questa mattina a Montecarlo la Ferrari ha destato qualche attenzione. Carlos Sainz ha infatti realizzato il secondo tempo nella FP1, senza però utilizzare le gomme soft montate dalla Red Bull di Sergio Perez. Nel pomeriggio, invece, quando tutti hanno utilizzato la mescola morbida, le Rosse hanno sbaragliato la concorrenza in termini di velocità pura. Charles Leclerc ha rifilato quasi 4 decimi ai duellanti per il Mondiale Lewis Hamilton e Max Verstappen. Al tempo stesso, Carlos Sainz ha lasciato sul piatto solo 112 millesimi al compagno di squadra, infliggendo a sua volta un distacco non banale al trentaseienne britannico e al ventiquattrenne olandese.

Si tratta di un risultato assolutamente clamoroso, perché nessuno avrebbe mai creduto che la SF21 potesse risultare così competitiva per le strade del Principato. Si sperava che le Rosse potessero essere nella scia delle Mercedes e delle Red Bull, ma chi pensava che le monoposto di Maranello potessero addirittura fare da lepri agli avversari, ricoprendo un ruolo ormai dimenticato da un paio d’anni? Nel box della Scuderia è tutto un jouer la prudence, come direbbero a Montecarlo, ovvero tenere un basso profilo in vista di sabato e domenica. Comprensibile e condivisibile, eppure i tempi sono lì e non mentono. Le Ferrari sono le uniche vetture ad aver abbattuto il muro dell’1’12”.

Com’è possibile tutto questo? Chiaramente si può andare solo per ipotesi, perché se questa situazione sorprende gli addetti ai lavori, figuriamoci chi racconta e analizza quanto avviene. Per quanto si è visto oggi, la SF21 è apparsa davvero a suo agio per le strade del Principato, dimostrandosi agilissima e soprattutto equilibrata al meglio, qualità fondamentali su un tracciato cittadino come quello monegasco. Evidentemente, Leclerc e Sainz hanno facilmente trovato l’assetto ideale, mentre tanti devono ancora lavorare sodo per trovare la quadra del cerchio. Peraltro, si fa sempre più strada la sensazione che la monoposto sia particolarmente efficace nelle curve lente. Lo si era intuito nel T3 del Montmelò, ma oggi è arrivata una conferma in tal senso.

Al contempo non va sottovalutato l’aspetto legato all’incidenza del motore. Quante volte abbiamo scritto che la power unit 065/6 è un passo avanti rispetto a quella del 2020, ma paga ancora dazio soprattutto a quella della Mercedes, come peraltro si è visto palesemente a Imola, dove la McLaren di Norris era insuperabile proprio perché mancavano i cavalli? Tante. Ebbene, Monaco è il tracciato dove la potenza conta meno. L’handicap legato al propulsore ibrido di Maranello è quindi decisamente ridotto se paragonato ad altri contesti.

Insomma, chissà che l’agilità e l’ottimo equilibrio non siano davvero punti di forza della SF21, la quale per di più per una volta non deve pagare la tassa legata alla power unit. Dopotutto, il Principato non è forse un paradiso fiscale? Oggi è solo giovedì e siamo alle scaramucce iniziali. La resa dei conti sarà sabato e domenica. Di certo c’è che la prima giornata ferrarista è andata oltre ogni più rosea aspettativa e genera speranze inattese quantomeno per le qualifiche di dopodomani.

Foto: La Presse

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