Ciclismo
Giro d’Italia 2021, Attila Valter e Gino Mader. Volti nuovi, ma non troppo…
Gino Mader e Attila Valter sono stati due dei grandissimi protagonisti dell’odierna sesta tappa del Giro d’Italia 2021, la Grotte di Frasassi-Ascoli Piceno di 160 chilometri. Il primo è andato in fuga al mattino insieme al compagno di squadra Matej Mohoric, il quale si è sobbarcato una mole di lavoro enorme in favore del giovane elvetico, e ha conquistato il successo parziale. Valter, invece, è arrivato al traguardo insieme a corridori del rango di Simon Yates, Alexander Vlasov e Hugh Carthy e grazie al tempo guadagnato a Sestola, ove era andato in fuga, è la nuova maglia rosa.
Ambedue sono ragazzi molto giovani, ma i loro nomi, ormai, non risultano poi così nuovi a molti appassionati. Gino Mader è un corridore svizzero classe 1997 e già da juniores era una presenza fissa nel taccuino di tutti gli scout. Tra gli U23 si mise in luce già nel 2017, quando arrivò terzo al Piccolo Giro di Lombardia. L’anno della sua definitiva consacrazione, però, fu il 2018, quando fu pure protagonista di uno stupendo Tour de l’Avenir.
In quell’annata Mader ottenne grandi risultati già nei mesi precedenti alla Grande Boucle dedicata agli U23. Vinse tappe alla Ronde de l’Isard e al Tour Alsace, arrivò quarto al Palio del Recioto e sfiorò il successo parziale anche al Giro d’Italia U23. All’Avenir, però, si superò conquistando l’ottava e la decima frazione e piazzandosi al terzo posto nella classifica generale, alle spalle di un certo Tadej Pogacar e di Thymen Arensman. Nel prosieguo dell’annata, inoltre, recitò un ruolo fondamentale nel successo iridato di Marc Hirschi e arrivò secondo, battuto da Fausto Masnada, al Tour of Hainan.
Gino ha fatto il salto tra i professionisti, nel 2019, con l’odierna Qhubeka ASSOS. Durante lo scorso autunno, inoltre, fu grande protagonista alla Vuelta, ove colse il ventesimo posto in classifica generale e fu secondo nella penultima tappa, la quale prevedeva l’arrivo in vetta all’Alto de La Covatilla. Solo uno scalatore di rango eccelso come David Gaudu, in quell’occasione, riuscì a batterlo. Quest’anno Mader è passato alla Bahrain Victorious, una squadra che sa valorizzare atleti con le sue caratteristiche. Non a caso, risultati alla mano, sembra aver fatto un ulteriore salto di qualità.
L’elvetico è un passista-scalatore completo, forte in salita, in pianura e in discesa. Oltretutto, non è fermo nemmeno in volate a ranghi ridotti. Quest’anno, con una fuga delle sue, aveva accarezzato il sogno di conquistare, a Valdeblore La Colmiane, la frazione regina della Parigi-Nizza. Primoz Roglic, però, lo aveva ripreso e saltato negli ultimi cinquanta metri, quando ormai era pronto a esultare. Poco male, ad ogni modo, poiché oggi ha ottenuto un trionfo ancor più prestigioso.
Attila Valter, invece, è la punta di diamante di un movimento, quello ungherese, che sta crescendo a vista d’occhio. Il magiaro arriva dalla mountain bike, ma su strada dimostrò buone doti già nel biennio 2016-2017. Fu il 2018, la sua seconda stagione da U23, però, a far capire a tutti di che pasta fosse fatto il Re degli Unni. Attila, in quell’annata, disputata tra le file della magiara Pannon Cycling Team, vinse il titolo nazionale Elite, arrivò nei dieci al campionato Europeo conquistato da Marc Hirschi e, soprattutto, sull’arrivo di trbské Pleso, al Giro di Slovacchia, diede del filo da torcere a un tal Julian Alaphilippe.
Questi risultati gli valsero l’ingaggio da parte della continental della CCC e il 2019 fu una stagione a dir poco ricca di soddisfazioni. Attila ottenne oltre trenta top-10 stagionali, vinse una tappa di montagna al Tour de l’Avenir e il titolo nazionale Elite a cronometro (con oltre due minuti di vantaggio sul secondo, peraltro), arrivò quarto al piccolo Giro di Lombardia, chiuse al terzo posto il Giro d’Ungheria e giunse tra i primi dieci della classifica generale in dieci delle dodici corse a tappe disputate.
Passato professionista con la squadra principale della CCC, Valter ha subito dimostrato il suo valore anche tra i professionisti. Nel 2020, infatti, il giovane magiaro ha vinto il Giro d’Ungheria, è giunto decimo al Gran Piemonte e si è piazzato in top-10 nella penultima frazione del Giro d’Italia, la quale arrivava in vetta al Sestriere. Con la chiusura della CCC, il Re degli Unni si è trasferito alla Groupama-FDJ e a soli ventidue anni si è tolto la grandissima soddisfazione di diventare il primo magiaro a vestire la maglia rosa.
Foto: Lapresse