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Giro d’Italia 2021, Damiano Caruso: futuro da capitano o di nuovo gregario? Le prospettive

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Il secondo psoto conquistato da Damiano Caruso nel Giro d’Italia appena concluso è stato uno dei risultati più sorprendenti della storia recente del ciclismo. Il ragusano è un ottimo corridore da corse a tappe, che era già arrivato nei dieci in tutti e tre i grandi giri. Tuttavia, nessuno se lo sarebbe aspettato capace di concludere la Corsa Rosa ad appena 1’29” da un campione della caratura di Egan Bernal.

Caruso aveva conquistato il suo primo piazzamento in top-10 alla Vuelta del 2014, mentre l’anno seguente fu ottavo al Giro d’Italia. Successivamente, però, aveva cominciato a correre con costanza come gregario e non aveva più coltivato le sue ambizioni personali. Col passaggio alla Bahrain Victorious, avvenuto tre anni fa, tuttavia, Caruso ha cambiato passo e dopo aver concluso il Tour e il Mondiale in top-10, nel 2020, in questo Giro d’Italia, complice l’infortunio di Mikel Landa, ha avuto la sua occasione.

Damiano ha sfrutttato alla grandissima questa opportunità, dimostrando di essere non solo un capitano eccellente, ma anche un corridore, al momento, nettamente superiore a nomi blasonati come Hugh Carthy e Alexander Vlasov. Stante quella che è la rosa attuale della Bahrain, risulta logico immaginare che Damiano, almeno nel prossimo biennio, potrà disputare altri grandi giri come leader del sodalizio.

Probabilmente Caruso non riuscirà più a replicare un risultato del rango di quello appena raccolto in questa Corsa Rosa. D’altronde l’età non è dalla sua parte e in altre occasione potrebbe trovare sulla sua strada una concorrenza più qualificata rispetto a quella affrontata in questo Giro. Tuttavia, non vi è alcun dubbio che la fiducia della squadra se la sia meritata a colpi di prestazioni eccellenti e che non possa più rimanere confinato al ruolo di gregario.

Foto: Lapresse

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