Ciclismo
Giro d’Italia 2021, Damiano Caruso si gioca il podio con Vlasov e Carthy. I punti di forza e deboli dei tre corridori
Dopo l’odierno ritiro del tedesco Emanuel Buchmann, gli avversari principali di Damiano Caruso, in ottica terzo posto, diventano il russo Alexander Vlasov e il britannico Hugh Carthy. Sulla carta il siciliano dovrebbe avere qualcosa in meno rispetto agli altri due, ma, al momento, il corridore della Bahrain Victorius pare godere della condizione della vita e sullo Zoncolan ha staccato entrambi i rivali.
Caruso, Vlasov e Carthy sono tre corridori, di base, abbastanza simili. Parliamo, infatti, di atleti che, in una parola, potremmo definire “regolaristi”. I tre, infatti, non sono degli scalatori puri né delle eccellenze a cronometro. Il russo, l’azzurro e il britannico si difendono su tutti i terreni e se in giornata possono sfornare delle prestazioni al di sopra delle attese sia in salita che nelle prove contro il tempo.
Damiano ha sicuramente dalla sua parte l’esperienza, ma Vlasov si è contraddistinto come atleta in possesso di un ottimo acume tattico sin dai tempi in vinceva il Giro d’Italia U23 2018. Carthy, ad ogni modo, non è, a sua volta, un corridore che si muove male durante la gara. Il vero scoglio per Damiano, più che altro, potrebbero essere le frazioni che prevedono più salite da scalare.
Tra tutte, ovviamente, spicca la Sacile-Cortina d’Ampezzo di domani. Fondo, resistenza e recupero non sono mai state le doti di punta di Caruso, ma è anche vero che, al Giro 2015, ove fu ottavo, Damiano riuscì a superare frazioni durissime e particolarmente lunghe, mentre Vlasov è alla sua prima vera esperienza in quelli che, in gergo, chiamiamo “tapponi”. Carthy, che andò molto bene, due anni fa, nella frazione che prevedeva la scalata del Mortirolo e l’arrivo ad Aprica, la quale era lunga 194 chilometri, potrebbe, però, trovarsi meglio di Caruso su questo terreno.
Vi è, poi, il discorso squadre. Caruso, oltre a Mikel Landa, ha perso compagni preziosi come Gino Mader e Matej Mohoric, ma ha al suo fianco un angelo custode del rango di Pello Bilbao. Carthy, invece, proprio oggi ha visto ritirarsi il suo braccio destro, vale a dire Ruben Guerreiro, e senza di lui, la sua EF Education-Nippo si è indebolita molto. Vlasov, dal canto suo, può contare su un Astana in forze, ma che pare essere priva di un uomo capace di fare la differenza, in favore del suo capitano, in alta montagna.
Analizzati questi elementi, non possiamo comunque considerare questi tre atleti gli unici candidati al terzo posto. Corridori al momento lontani in classifica, ma in possesso di buone gambe, come Daniel Martin e Joao Almeida, potrebbero rientrare in lizza azzeccando una fuga. C’è, poi, anche Giulio Ciccone, che pare essersi ripreso dopo la crisi sugli sterrati. Infine, non va scartata nemmeno l’ipotesi Remco Evenepoel. Il giovanissimo belga non è ancora crollato e se si ritrovasse, considerando che ha la crono dalla sua, potrebbe diventare un cliente assai pericoloso.
Foto: Lapresse