Ciclismo
Giro d’Italia 2021, Egan Bernal impressiona. Ineos spaventosa, ma guai darlo per sicuro vincitore
Tappa e maglia per Egan Bernal nell’odierna nona frazione del Giro d’Italia 2021. Sull’erta che portava a Campo Felice, il cui finale era in sterrato, il colombiano è partito a 500 metri dall’arrivo e ha staccato tutti. Il portacolori del Team Ineos ha dato una prova di forza importante, anche se i distacchi sono stati contenuti. Giulio Ciccone e Alexander Vlasov, infatti, sono arrivati a sette secondi da Egan, mentre Remco Evenepoel e Daniel Martin a dieci.
In classifica generale, al momento, Bernal ha quindici secondi di margine su Evenepoel, ventuno su Vlasov e trentasei su Ciccone. La graduatoria, sostanzialmente, è cortissima e la Corsa Rosa deve ancora entrare nel vivo. A rigor di logica, chiaramente, Egan Bernal, ora, è il favorito per il trionfo finale. Oltre al colombiano, d’altronde, l’unico tra gli uomini di classifica presenti a questo Giro ad aver già vinto una gara di tre settimane è il britannico Simon Yates, il quale, al momento, non sta certo impressionando.
D’altro canto, però, oltre a non sapere quali sono le reali condizioni della schiena del colombiano, non sappiamo nemmeno dove possano realmente arrivare i suoi rivali, primo tra tutti proprio Remco Evenepoel. Il belga si è presentato al via del Giro dopo essere stato fermo ai box per nove mesi, ma in questa prima settimana non ha sfigurato e nelle frazioni più dure ha lasciato sul piatto appena venti secondi nei confronti di Egan.
Vi è poi da considerare il fatto che la Ineos di Bernal, grazie al lavoro di Filippo Ganna e Gianni Moscon, al momento sta sovrastando le squadre avversarie. Nelle frazioni d’alta montagna della terza settimana, però, le cose potrebbero cambiare. Con il ritiro di Sivakov, infatti, solo Daniel Martinez dovrebbe essere in grado di scortare il colombiano in tappe che presentano diversi colli da scalare come la Sacile-Cortina d’Ampezzo e la Verbania-Alpe Motta. E ciò, chiaramente, renderebbe Bernal vulnerabile a eventuali attacchi da lontano.
Foto: Lapresse