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Ciclismo

Giro d’Italia 2021, Egan Bernal sempre più favorito n.1. Non convince Simon Yates, Vlasov poco brillante

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Più passano le tappe di questo Giro d’Italia 2021, più Egan Bernal convince e ‘zittisce’. Zittisce coloro che alla vigilia della Corsa Rosa, dopo settimane di assenza dalle corse del vincitore del Tour de France 2019, rimasto per diverso tempo in altura nella sua amata Colombia, nutrivano forti dubbi sulla sua condizione fisica. Dubbi che, in realtà, vanno avanti dalla Grande Boucle dello scorso anno abbandonata per problemi alla schiena.

Comunque sia, in effetti, non era poi così scontata la super forma fisica con cui alla fine si è presentato al suo primo Giro d’Italia con la chiara intenzione di portarselo a casa. E finora non possiamo dire altro se non che Egan c’è, eccome se c’è. Lui e la sua corazzata della Ineos Grenadiers non sembrano avere rivali. Lo avevano già fatto capire nella quarta tappa di Sestola, e oggi ancor di più, dominando la frazione di Ascoli Piceno chilometro dopo chilometro. Prima mandando fuori giri l’ormai ex maglia rosa Alessandro De Marchi, ‘caduto’ nel tranello della formazione britannica e di Filippo Ganna su Forca di Gualdo, poi in discesa, e infine sulla salita finale di San Giacomo, prima di lanciare lo stesso Bernal.

A resistergli in modo convincente sono stati soltanto Remco Evenepoel e Dan Martin. Tutti gli altri hanno tentennato. Secondo posto di tappa per Egan, e già la terza piazza provvisoria in classifica generale a soli 16″ dall’attuale maglia rosa Attila Valter. Tra di loro la stella del Belgio Remco Evenepoel, a 11″ dal giovane ungherese. Non possiamo dire che la lotta per il Trofeo senza fine sia già ristretta intorno ad una piccolissima elite, ma i segnali che ha dato Bernal, assieme ad una formazione che sembra non aver paragoni, una condizione, un piglio, uno spunto, una freddezza che ricordano il Tour di due anni fa, sono tutti presupposti per fare davvero bene. 

Contestualmente, tra coloro che hanno tentennato, ci sono sicuramente Simon Yates (Team BikeExchange) e Aleksandr Vlasov (Astana-Premier Tech) che, alla vigilia della Corsa Rosa, sembravano i suoi due principali rivali nella lotta per la leadership. Ciò che avevamo dimostrato al recentissimo Tour of the Alps, con Yates vincitore e Vlasov terzo, e quest’ultimo secondo alla Parigi-Nizza, erano apparse come due condizioni fisiche molto simili e invidiabili. Proprio per questo hanno preso il via da Torino con grandi presupposti che però, finora, si sono concretizzati a metà.

Non sono affondati come altri, anzi, i 29″ da Mader di quest’oggi non significano nulla su tre settimane di gara. Ma se già guardiamo ad esempio i 38″ di distacco di Yates da Evenepoel, e 33″ da Bernal, in salita sono difficilmente recuperabili dinnanzi alla straordinaria condizione fisica dei suoi due rivali che lo precedono. Vlasov se la passa meglio, essendo subito dietro loro due, ma deve osare molto di più. Al momento sembra essersi presentato al Giro a mezzo gas. Anche se, da una parte, è giustificato dalla sua età e dalla mancanza di grande esperienza.

Esperienza che però non manca di certo ad uno come Yates, che conta nel suo palmares una Vuelta a España, che ha rischiato di vincere il Giro del 2018, e che ha bisogno di vendicare l’amara sconfitta per colpa del Covid-19 dello scorso anno. Domani entrambi si concederanno una tregua, ma davanti a due uomini come Bernal ed Evenepoel, non possono più permettersi distrazioni e perdite di tempo.

Foto: Lapresse

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