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Ciclismo
Giro d’Italia 2021, Giulio Ciccone si prende i gradi da capitano alla Trek-Segafredo
Giulio Ciccone ha iniziato il Giro d’Italia 2021 con il piede giusto. Il corridore abruzzese era andato all’attacco ieri e si è ripetuto oggi, scattando sull’erta di Sestola, un’ascesa a lui cara poiché qua, cinque anni fa, ottenne il suo primo successo sulle strade della Corsa Rosa. Il portacolori della Trek-Segafredo, successivamente, è stato raggiunto da un quartetto di uomini di classifica composto da Mikel Landa, Egan Bernal, Hugh Carthy e Alexander Vlasov. Giulio è stato capace tenere le ruote di questi ultimi ed è riuscito a guadagnare una manciata di secondi su tutti gli altri uomini di classifica.
Al momento Ciccone occupa la diciottesima posizione in classifica generale a 1’56” dalla maglia rosa Alessandro De Marchi. L’abruzzese, inoltre, ha 32″ di svantaggio dal primo dei big nella graduatoria, vale a dire il russo Alexander Vlasov. Con un Bauke Mollema che oggi ha già alzato bandiera bianca, e ha concluso la tappa a oltre dieci minuti dai primi, Giulio diventa, in automatico, la principale carta della Trek-Segafredo per la classifica generale.
Chiaramente, per Giulio, già entrare nella top-10 sarebbe un risultato eccellente. L’abruzzese è un buonissimo scalatore, ma durante la sua carriera ha evidenziato dei limiti che gli uomini più forti presenti in quest’edizione del Giro d’Italia non hanno. Tuttavia, Ciccone potrebbe comunque levarsi la soddisfazione di essere il migliore degli italiani in classifica generale.
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Con Fausto Mansada che oggi ha avuto una giornata no e sembra ormai destinato al ruolo di gregario di Remco Evenepoel, gli unici altri azzurri che hanno chance di top-10 sono Davide Formolo e Damiano Caruso. Ambedue sono atleti molto solidi e hanno uno storico migliore rispetto a Ciccone, anche e soprattutto per ragioni anagrafiche, nelle corse a tappe di tre settimane. Il Camoscio della Trek-Segafredo, ad ogni modo, è capace di toccare punte superiori in salita e questo, in una corsa piena zeppa di montagne, potrebbe fare la differenza.
Foto: Lapresse