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Ciclismo

Giro d’Italia 2021, inizia una corsa diversa. Zoncolan e Dolomiti, Bernal può fare il vuoto. Ma occhio alle sorprese…

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Nel menù del Giro d’Italia, domani, c’è la Cittadella-Monte Zoncolan, la prima verà tappa d’alta montagna del Giro d’Italia 2021. Sostanzialmente, inizierà un’altra gara, anche se la maglia rosa Egan Bernal resterà il faro di questa Corsa Rosa. Il colombiano, fin qui, ha saputo eccellere su erte brevi, ma stante il suo storico, anche sul Mostro della Carnia, che in quest’occasione verrà scalato dal versante di Sutrio, è da considerarsi il grande favorito per il trionfo parziale.

Ad ogni modo, la concorrenza non mancherà di certo. Più che Alexander Vlasov (Astana), al momento secondo in classifica, coloro che potrebbero dare filo da torcere a Bernal, domani, sono i britannici Hugh Carthy (EF Education-Nippo) e Simon Yates (BikeExchange). Il primo, l’anno scorso, alla Vuelta, si è imposto sul temibile Angliru. Il secondo, tre anni fa, invece, è stato battuto solo da Chris Froome proprio sullo Zoncolan, anche se in quell’occasione i corridori lo dovevano scalare dall’ancora più duro versante di Ovaro.

I due britannici, dunque, sono atleti che si trovano particolarmente a loro agio su salite dalle pendenze proibitive e anche uno come Bernal non può permettersi di sottovalutarli. C’è, poi, da considerare la solita incognita Remco Evenepoel (Deceuninck-Quick Step). Dopo la crisi avuta sugli sterrati di Montalcino, il belga potrebbe affondare definitivamente. Se così non fosse, però, allora sarebbe un serio candidato al successo. L’anno scorso, infatti, l’enfant prodige fiammingo ha vinto in solitaria, staccando corridori come Mikel Landa e Richard Carapaz, sul Picon Blanco alla Vuelta a Burgos. L’erta in questione è meno lunga dello Zoncolan da Sutrio, ma ha pendenze paragonabili e in quanto a pendenza media è anche superiore a questo versante del Mostro della Carnia.

Ad ogni modo, più che la tappa di domani, ciò che potrebbe realmente spaventare Bernal è la frazione di lunedì, vale a dire la Sacile-Cortina d’Ampezzo. La tappa in questione misura ben 212 chilometri e prevede le scalate di Fedaia, Pordoi e Giau. Stante il fatto che la Ineos ha perso Pavel Sivakov, in alta montagna Egan potrebbe rimanere molto presto con al fianco il solo Daniel Martinez e, a quel punto, si ritroverebbe col fianco esposto a eventuali attacchi da lontano.

Foto: Lapresse

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