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Ciclismo
Giro d’Italia 2021, la rivelazione Buchmann e la crescita silenziosa degli inglesi Carthy e Yates
Alla vigilia della Perugia-Montalcino ci si aspettava un po’ di scompiglio nella classifica generale, ma non così tanto. Da una parte ha vinto la fuga, in particolar modo lo svizzero Mauro Schmid, dall’altra ha vinto tutta la Ineos Grenadiers padrona assoluta di questo Giro d’Italia 2021 sia come squadra, ma soprattutto con la sua maglia rosa Egan Bernal, sempre più leader della corsa tricolore.
Dietro di lui una top ten stravolta, e che sta iniziando a far capire la reale condizione degli avversari del colombiano. Tra i pochi a sorridere nella giornata odierna abbiamo un solitario e sorprendente Emanuel Buchmann, leader della Bora-hansgrohe, un Hugh Carthy ben supportato dalla sua EF Education Nippo, e un Simon Yates (Team BikeExchange) in netta ripresa.
Buchmann è sicuramente la sorpresa del giorno. Dopo un primo settore di sterrato negativo, il tedesco si è ripreso ed è stato l’unico uomo in grado di tenere il passo di Bernal nel forcing della maglia rosa sull’ultimo e decisivo passaggio al GPM del Passo del Lume Spento che ha dato la sentenza finale per i battuti del giorno.
Tra l’altro, poco prima, Buchmann aveva sapientemente anticipato tutti quanti ai piedi della salita, figurando come tra i pochi ad avere ancora in serbo qualche cartuccia. Con la tappa odierna è riuscito a guadagnare ben nove posizioni, portandosi al sesto posto delle classifica generale a 1’50” dalla maglia rosa. Un avversario in più per molti.
Come nel caso del teutonico, anche i britannici Carthy e Yates hanno approcciato in maniera passiva il primo settore in sterrato, ma fortunatamente per loro, le rispettive formazioni hanno contribuito all’inseguimento verso il gruppo Bernal, chiudendo il gap al secondo settore. Yates però, si è preso ritrovato tutto solo ad amministrare la corsa, mentre a Carthy è andata meglio grazie allo splendido lavoro del padrone di casa Alberto Bettiol, uno dei più esperti del gruppo quando si parla di ‘strade bianche’, e il fido Ruben Guerreiro.
Nel finale Yates ha lasciato sul campo 24″, mentre Carthy, dopo aver fatto lavorare i suoi compagni di squadra, e aver accelerato in prima persona, ha pagato un po’ la sua azione perdendo 32″ dalla maglia rosa. Distacchi che, comunque sia, rispetto a molti altri, sono più che buoni. Il tutto considerando il fatto che entrambi hanno rimontato la top ten con due posti recuperati da Carthy, che adesso è quarto a 1’17” da Bernal, e Yates che, zitto zitto, dopo dieci giorni di Giro in sordina, ha scavalcato quattro posizioni piazzandosi al quinto posto a 1’22” dalla vetta.
Foto: Lapresse