Ciclismo
Giro d’Italia 2021, le prossime tappe di alta montagna. Alpe di Mera e Alpe Motta le occasioni per Simon Yates
Non sappiamo ancora fin dove riuscirà a spingersi nei prossimi e decisivi giorni del Giro d’Italia 2021 Simon Yates, ma quello che è certo è che oggi, per la primissima volta, la maglia rosa Egan Bernal si è fatto trovare impreparato dinnanzi al capitano del Team BikeExchange, il vincitore morale della Canazei-Sega di Ala, che ha riaperto i giochi per il podio di Milano.
Nessuno come lui nella giornata odierna, dove ha sfoderato una condizione totalmente diversa da quella che avevamo visto fino a Cortina d’Ampezzo, la tappa che ha rischiato di compromettere la sua Corsa Rosa sotto una pioggia, un freddo che gli hanno letteralmente ‘tagliato’ le gambe, pagando al traguardo un ritardo che, forse, se non ci fosse stata questa situazione meteorologica, non sarebbe stato così pesante.
Oggi Yates ha vendicato tutto e tutti riaprendo la Corsa Rosa, guadagnando su ogni avversario, rimontando due posizioni in classifica, e prendendosi il terzo gradino del podio provvisorio, esattamente a 3’23” dalla maglia rosa Bernal e a 1’02” dal secondo della generale, l’azzurro Damiano Caruso, che da adesso in poi non potrà più permettersi attendismi dinnanzi ad un Simon Yates davvero pimpante.
La strada sembra più che mai a favore del britannico. Avrà di fronte a sé soltanto due chance alpine con l’Abbiategrasso-Alpe di Mera di venerdì 28 maggio, e la Verbania-Alpe Motta di sabato 29. Mentre domenica, nella cronometro di Milano, dovrà limitare i danni. Soltanto 330 chilometri a sua disposizione per tentare una storica impresa.
La prima, l’Abbiategrasso-Alpe di Mera, di 166 chilometri, sarà una tappa di montagna con tre ascese intervallate da lunghi tratti in falsopiano. Si percorrerà la pianura attorno al Ticino fino a Orta San Giulio, che immetterà verso il GPM di quarta categoria di 13 chilometri in località Gignese-Alpe Agogna al km 83 (questa ascesa sostituirà il GPM del Mottarone dopo l’annullamento di quest’ultimo nel rispetto delle 14 vittime del crollo della funivia di domenica 23).
Ci sarà dunque una discesa davvero impegnativa fino a Stresa, dove si costeggerà il Lago Maggiore passando per Baveno (km 107,6) primo traguardo volante del giorno, e da qui si raggiungeranno quindi Gravellona Toce e Omegna per scalare il Passo della Colma (km 137,4). Quest’ultima è un’ascesa di terza categoria lunga 7,5 chilometri al 6,4% e punte dell’11%.
Si scenderà dunque su Varallo, per poi risalire dolcemente fino a Scopetta (km 161,6), secondo traguardo volante del giorno, da dove partirà la salita conclusiva. L’Alpe di Mera è un GPM di prima categoria di 9,7 chilometri al 9% con picchi del 14% a tre chilometri dal traguardo, caratterizzato da numerosi tornanti. Qui nessun big potrà nascondersi.
Eccoci dunque arrivati al tappone alpino con sconfinamento in Svizzera: Verbania-Alpe Motta (Valle Spluga), di 164 chilometri. Dopo la partenza, passati da Cannobio (km 16,9), primo traguardo volante del giorno, si entrerà in Svizzera per poi salire verso l’interminabile GPM di prima categoria del Passo di San Bernardino (km 106,2), un’ascesa lunga ben 23,7 chilometri al 6,2% con punte del 12%, e con lo scollinamento oltre i 2000 metri s.l.m. . Ma attenzione, perchè non sarà finita qui.
Difatti, dopo la discesa verso Spluga, ci sarà un altro passo sopra i 2000 metri: il Passo dello Spluga (Splügenpass), un GPM di prima categoria con vetta al chilometro 134,9, lungo 8,9 chilometri al 7,3% con picchi del 12%, che segnerà il rientro in territorio italiano. Una discesa impegnativa, con alcune gallerie e paravalanghe, condurrà i corridori fino a Campodolcino, dove inizierà la salita finale dell’Alpe Motta, GPM di prima categoria.
Gli ultimi chilometri 7,3 chilometri sono tutti in forte ascesa. Dopo Campodolcino infatti, la strada salirà con una sequenza di tornanti e gallerie fino a Pianazzo dove si percorrerà la vecchia strada per Madesimo (km 161,7), secondo traguardo volante di tappa. In questo punto si trova l’unico tratto relativamente pianeggiante del percorso, che negli ultimi chilometri riprende a salire con pendenze sino al 13% a 2000 metri dal traguardo e una media del 7,6%. Una vera e propria impennata all’insù. Rettilineo finale in leggera ascesa.
Foto: Lapresse