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Ciclismo

Giro d’Italia 2021, Mauro Vegni: “Basta pietismi! I ciclisti hanno scelto questo lavoro, i rischi ci sono”

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Il Giro d’Italia ha vissuto una delle giornate più brutte degli ultimi anni e il danno di immagine è stato enorme. La tappa regina della Corsa Rosa è stata privata di Fedaia e Pordoi a causa di avverse previsioni meteo, dopo un accordo tra gli organizzatori di RCS Sport e il sindacato dei ciclisti. La frazione dolomitica è vissuta interamente sul Passo Giau, dove il colombiano Egan Bernal ha attaccato in maniera perentoria e ha trionfato sul traguardo di Cortina d’Ampezzo, rafforzando la sua maglia rosa. L’Italia sogna in grande con Damiano Caruso, giunto a 27” di ritardo dal sudamericano e ora secondo in classifica a 2’24” dal capitano della Ineos-Grenadiers.

Mauro Vegni, direttore di corsa, è intervenuto al Processo alla Tappa su Rai 2 per analizzare quanto successo in questo lunedì, caratterizzato anche dall’assenza delle immagini televisive negli ultimi 22 km: “I corridori volevano partire? Bisognerebbe vedere quale è la verità. Quando si inizia a fare circolare voci tra i corridori è difficile contenerle. Vista la condizione abbiamo deciso di non fare disputare le salite, era la richiesta iniziale dei corridori. Lo abbiamo fatto per non trovarci di fronte a scene non belle come è accaduto altre volte. Ci siamo accordati per fare una gara vera arrivando a Cortina“.

L’uomo di RCS Sport ha puntualizzato: “Non c’erano condizioni estreme. Il ciclismo è fatto anche di questo, lo abbiamo visto nel passato, ma bisognerebbe non continuare a fare pietismi su un lavoro che è una scelta: qualche rischio c’è. I corridori devono capire che questa è la loro attività: noi cerchiamo di proteggerli ma è chiaro che si troveranno di sempre una difficoltà, altrimenti diventa un altro sport“.

Poi l’affondo finale: “Da qui in avanti i rapporti li farò con i corridori e non con le squadre. C’è da capire quando sei dipendente di una squadra o no, perché le squadre dicono una cosa e poi i corridori un’altra, cambiamo opinioni troppo spesso e questo non ci dà la possibilità di avere chiarezza. Fate una grande confusione: intervistate le persone che sono sull’ammiraglia e non i corridori che sono sulla strada e poi possono decidere cose diverse da quelle concordate“.

Foto: Lapresse

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