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Giro d’Italia 2021, perché lo sterrato della tappa di Montalcino può rivoluzionare la classifica

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La classifica generale del Giro d’Italia 2021 si è già delineata durante la prima settimana che si è conclusa oggi. Le tappe di Sestola, Ascoli Piceno e Campo Felice non ci hanno indicato chi è che vincerà quest’edizione della Corsa Rosa, ma hanno fatto una selezione importante e ci hanno consegnato un novero di favoriti da cui uscirà il trionfatore finale. La graduatoria, però, potrebbe venire nuovamente rivoluzionata già mercoledì.

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La seconda settimana, infatti, si apre con una frazione assai insidiosa: la Perugia-Montalcino di 162 chilometri. Nel tracciato della tappa in questione sono presenti ben trentacinque chilometri di sterrato e, oltretutto, il finale è decisamente ondulato, con il GPM del Passo del Lume Spento che verrà affrontato due volte. Come se non bastasse, inoltre, il traguardo è posto in vetta a un muro. Chiaramente, quando si affrontano gli sterrati, la prima insidia è rappresentata dalla possibilità di forare. In una frazione come questa, chi avrà un problema meccanico non verrà aspettato dal gruppo e sarà chiamato a fare un grande inseguimento per riuscire a rientrare. Oltre a ciò, però, è lecito aspettarsi pure della battaglia tra gli uomini di classifica.

La maglia rosa Egan Bernal sta molto bene, ma è minacciato dalla possibilità del riacutizzarsi dei problemi alla schiena di cui soffre. Stante il fatto che, grazie alla sua esperienza in mountain bike, si trova decisamente a suo agio sugli sterrati, potrebbe provare ad attaccare, coadiuvato dalla sua Ineos e soprattutto da quel Gianni Moscon che lo ha lanciato verso il successo a Campo Felice, per guadagnare qualcosa su tutti i rivali. Sarebbe importante, per il colombiano, mettere fieno in cascina ora così da poter assorbire meglio un eventuale passaggio a vuoto, dovuto ai suoi problemi fisici, sulle montagne.

Attenzione, però, anche a Remco Evenepoel. Il giovane belga, fin qui, ha corso sulla difensiva, ma la sua condizione sta crescendo e se la bagarre, nella tappa di Montalcino, cominciasse a diverse decine di chilometri dal traguardo, entreremmo, a tutti gli effetti, in quello che è il suo terreno di caccia. L’enfant prodige fiammingo, infatti, dà il meglio di sé quando può attaccare da lontano e sugli sterrati toscani, che ha studiato a fondo prima dell’inizio del Giro, potrebbe provare un’azione come quella che fece, l’anno scorso, nella frazione di Bukowina Tatrzańska al Giro di Polonia. Quel dì partì a 50 chilometri dall’arrivo e rifilò 1’48” a Fuglsang, 2’22” a Majka e Simon Yates e più di tre minuti a tutti gli altri.

Foto: Lapresse

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