Ciclismo
Giro d’Italia, Alberto Bettiol: “È stata una vittoria cercata, una questione di gambe e meno di fortuna”
Una vittoria che ha il sapore dell’impresa quella di cui si è reso protagonista quest’oggi l’azzurro Alberto Bettiol, trionfatore assoluto della Rovereto-Stradella, diciottesima tappa del Giro d’Italia 2021. Il ventisettenne toscano lo aveva già fatto capire ieri, nel prezioso supporto nei confronti del suo capitano in EF Education Nippo Hugh Carthy, che la sua condizione era decisamente buona. E oggi Alberto si è letteralmente superato.
Nel finale odierno, dopo aver centrato la fuga del giorno, ci ha provato non una ma ben due volte: prima sul GPM di Castana, per poi farsi beffare da uno scatenato Remi Cavagna, uno dei suoi soliti avversari a cronometro, e successivamente allungando sullo strappetto della Cicognola, dove non ce n’è stato per nessuno. Bettiol si è lanciato tutto solo all’inseguimento del francese, seguito e poi ripreso da Nicholas Roche, per poi rilanciare nuovamente e riprendere Cavagna praticamente in un lampo.
Da qui in poi il toscano di Poggibonsi si è reso protagonista di un assolo che tanto ha ricordato il suo Giro delle Fiandre 2019, e dopo averla cercata da tanto, troppo tempo, è arrivata la sua primissima vittoria alla Corsa Rosa. Un rilancio assoluto per il portacolori della EF, da sempre uno dei corridori più interessanti e promettenti del lotto azzurro.
Raggiunto nel dopotappa dai microfoni della Rai, Bettiol ha dichiarato quanto segue: “È stata una vittoria cercata. Avevo già avuto un paio di occasioni, e ieri, dopo il grande lavoro che ho fatto per Hugh Carthy, stamattina mi ha detto di andare in fuga e divertirmi. È sempre difficile cercare di andare all’attacco durante la terza settimana, perchè tutti ci provano; peró quando è più una questione di gambe e meno di fortuna, riesco a sfoderare qualcosa dal cappello”.
“Questa era una delle ultime chance a disposizione. Devo ringraziare tutta la mia squadra, e abbiamo ancora l’obiettivo di salire sul terzo gradino del podio con Carthy. Il finale mi ha ricordato un po’ il Fiandre di due anni fa quando ero completamente da solo. Avevo Matti Breschel dall’ammiraglia che mi comunicava il distacco con Nicholas Roche che temevo, anche perchè ero molto stanco, visto che ci troviamo nell’ultima settimana”.
Una vittoria dedicata al suo storico procuratore Mauro Battaglini, scomparso nel 2020: “È tutto il giorno che penso a lui, da quando sono andato in fuga. Lui era un amico del Giro e del ciclismo, quello bello. Per me era un secondo padre. Non riesco ancora a passarmi la sua mancanza, e questo mi commuove. Spero che mi abbia guardato da lassù”.
Foto: Lapresse