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Karate
Karate, Claudio Guazzaroni: “Italia a Tokyo con ambizioni. Certezza Busà, l’infortunio a Silvia Semeraro non ci voleva”
Dopo lunghi mesi di attesa, la stagione agonistica del karate è entrata ufficialmente nel vivo. Gli atleti sono tornati in pedana con un doppio obiettivo: il presente ed il futuro. Nel primo caso si parla della tappa di Lisbona della Premier League e, contemporaneamente, di un percorso per migliorare una condizione fisica che, gioco forza, non può essere ancora ottimale. Nel secondo caso, invece, i karateka hanno già il mirino ben puntato verso Tokyo, per la prima apparizione di questa disciplina ai Giochi Olimpici. Tra i nostri portacolori che già hanno conquistato il pass, e chi sta lottando ancora per acciuffarlo, è tempo di fare un primo bilancio di questo 2021 con il capo allenatore della Nazionale italiana di karate, il Maestro Claudio Guazzaroni.
La tappa di Premier League di Lisbona ha regalato buoni risultati per la squadra azzurra ma, sopra ogni altra cosa, il pass olimpico ad Angelo Crescenzo. Si può dire “Tutto è bene quel che finisce bene…” nel suo caso?
“Sicuramente una storia a lieto fine per lui. Dopo quanto gli era capitato, con qualificazione ottenuta e poi tolta per la classifica cristallizzata, si può dire che abbia gareggiato con una tensione notevole. Ad Angelo mancavano pochi punti per ottenere l’obiettivo e, sostanzialmente, doveva fare la corsa sul rivale turco (Eray Samdan, ndr). Quest’ultimo è uscito di scena quasi subito nel suo percorso, per cui tutto è andato per il meglio, dato che si notava come Crescenzo sentisse la pressione del momento. Nelle eliminatorie, per esempio, non ha dato il massimo del suo potenziale e lo si vedeva ad occhio nudo in pedana. Dopodiché si é sciolto e tutto è cambiato, raggiungendo la finale per il terzo posto, vincendola alla grande. Senza dubbio si è tolto un enorme peso dalle spalle. Quest’ultimo anno per lui è stato veramente complicato e ora, fortunatamente, può concentrarsi anima e corpo sul sogno olimpico, come merita”.
Chi, invece, continua a non sbagliare un appuntamento è Luigi Busà (-75kg).
“Una grande certezza, non c’è che dire. Dopo un anno di stop è tornato subito al successo, nonostante la ruggine inevitabile. Lo si è visto anche a Lisbona, ha vinto ma non ha certo brillato, come era normale che fosse dopo una pausa forzata così lunga. Con il passare degli incontri ha ritrovato le giuste sensazioni e ha vinto in maniera netta. Luigi è una colonna della squadra e un karateka di livello superiore. La sua mentalità fa sempre la differenza e ogni volta dimostra di essere il più forte. Inutile girarci attorno, a Tokyo punterà alla medaglia, poi vedremo di quale metallo…”.
Buone notizie anche sul fronte dal kata, sia individuale sia a squadre?
“Nella prova a squadre siamo arrivati fino all’atto finale centrando due medaglie d’argento. Un risultato positivo, certo, ma penso che le ragazze potessero fare qualcosa in più. Gli uomini, invece, hanno fatto davvero bene e sono stati sconfitti dalla Turchia più per una decisione della giuria piuttosto che per demeriti propri. Sul fronte individuale, abbiamo già due atleti qualificati per Tokyo come Mattia Busato e Viviana Bottaro. Quest’ultima è reduce da un infortunio pesante e sta recuperando nel migliore dei modi. Anche lei dal punto di vista mentale è una certezza, per cui vedremo quando tornerà in pedana come si comporterà. Sarà in azione agli Europei di Porec (19-23, maggio ndr) per cui sarà il suo modo di togliersi la ruggine di dosso”.
Passiamo al kumitè -55kg dove Sara Cardin e Veronica Brunori sono arrivate alla finale per il bronzo. Due percorsi differenti, ma scenari importanti?
“Sara evidentemente paga il lungo stop per colpa dell’infortunio al ginocchio che le è costato mesi ai box e, di conseguenza, anche punti pesanti a livello di ranking olimpico. A Lisbona si è presentata centrando la finale per il bronzo, persa ok, ma si tratta comunque di un ottimo segnale. Nel suo caso sarà decisivo il Torneo pre-olimpico di Parigi, nel quale in gara secca si giocherà l’accesso alla kermesse con i Cinque Cerchi. Sul fronte di Veronica Brunori, invece, stiamo assistendo alla crescita di questa giovane atleta (classe 2000, ndr) che sta facendo davvero bene. Anche lei è arrivata alla finale per il bronzo in terra lusitana, ma l’aspetto fondamentale da valutare è come stia migliorando. Avere al suo fianco in allenamento una campionessa come Sara Cardin non può che darle una mano a crescere e lei, essendo intelligente, sta sfruttando al massimo questa opportunità”.
Guardando all’Italia nel suo complesso, quali chance abbiamo di portare a Tokyo la squadra al completo?
“Ci speriamo e ci contiamo, ma sappiamo che non sarà una passeggiata. Dobbiamo ancora qualificare atleti nei +75kg maschili, con Michele Martina e Simone Marino. Per loro l’occasione dell’Europeo di Porec potrebbe dare qualche indicazione in più in questo senso. Tra le donne abbiamo in corsa Clio Ferracuti o Silvia Semeraro, con quest’ultima alle prese con un infortunio che in questo momento della stagione proprio non ci voleva, mentre Sara Cardin e Laura Pasqua si giocheranno il tutto per tutto nella gara secca di Parigi”.
Gli atleti stanno vivendo un percorso veramente particolare, sotto ogni punto di vista. A livello emozionale come stanno reagendo?
“Sono tutti davanti ad un momento storico della loro carriera: essere i primi atleti a rappresentare la propria Nazione alle Olimpiadi nel karate, laddove questa disciplina è nata. Una emozione indescrivibile già di suo, ulteriormente arricchita dal fatto che i Giochi Olimpici siano stati rimandati di un anno, si sia vissuto un lock-down generale e, quindi, un mix di sensazioni uniche. Pensare che si sono allenati chi in salotto, chi in garage, andando a limare ogni piccolo particolare del loro karate, fa capire come a livello di mentalità abbiamo una squadra fortissima. Hanno vissuto mesi faticosi, senza poter combattere e con tanti dubbi. Ora vedono all’orizzonte addirittura le Olimpiadi: sarà davvero un momento indescrivibile per noi e per loro”.
A questo punto la domanda è inevitabile: quale sarà l’obiettivo per la Nazionale italiana ai Giochi Olimpici nipponici?
“Non partiamo per partecipare o fare da spettatori, ovviamente. Andremo a Tokyo con la chiara intenzione di puntare al massimo. Sappiamo che la pattuglia sarà forte e preparatissima. Tutto starà nel gestire nel migliore dei modi l’aspetto mentale nel momento decisivo. Abbiamo un gruppo di ragazzi seri e pronti a vincere. Il sogno delle medaglie ci sarà per tutti, nessuno partirà già tagliato fuori, anzi. Vedremo cosa dirà il tatami di Tokyo, ma noi vogliamo mirare in alto”.
Foto: Angelo Crescenzo Fijlkam