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Nuoto, Alessandro Miressi e il sogno medaglia alle Olimpiadi. Quanto deve migliorare ancora nei 100 sl

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Alessandro Miressi è arrivato a Budapest con la rabbia di chi da tre anni da di essere un cavallo di razza con briglie tenute in mano da non si sa chi che lo frenano in continuazione. In tre giorni ha cambiato la visuale e si è inserito di prepotenza fra i giganti di una specialità zeppa di giganti.

Il 47”45 con cui ha impegnato allo stremo delle forze un fuoriclasse come Kolesnikov, che a Tokyo dovrà fare delle scelte tra stile libero e dorso, è un tempo che autorizza a sognare, oltre ad essere il secondo crono mondiale al momento (ma Trials statunitensi e australiani sono destinati a stravolgere le classifiche attuali sulla strada per Tokyo). Se fino alla settimana scorsa il massimo dei sogni per il velocista torinese era una finale olimpica nei 100 stile libero, oggi si può pensare in grande, sapendo però che al suo fianco ci saranno delle schegge che si chiamano Dressel o Chalmers che hanno lavorato anni per conquistare l’alloro olimpico e hanno una classe sopraffina.

Detto questo Alessandro Miressi ha le carte in regola per sognare il podio olimpico. Ha tirato giù mezzo secondo in tre giorni al suo record italiano, ha ancora margini di miglioramento sia dal punto di vista tecnico che tattico e si può dire che ha iniziato a prendere le misure.

La grande condizione di oggi può voler dire tanto o niente in prospettiva olimpica. La sua struttura longilinea gli permette di mantenerla più a lungo di altri la forma magari con qualche accorgimento e dunque non è il caso di preoccuparsi più di tanto. Quello che stupisce di Miressi in questo Europeo è la continuità di rendimento, è la capacità di migliorarsi progressivamente che non sempre gli è appartenuta.

Cosa servirà per salire sul podio a Tokyo nei 100 stile libero? Per salire sul primo gradino del podio è possibile che serva un tempo non lontano dal record del mondo (46″91) che appartiene da una dozzina d’anni a Cesar Cielo e sul quale in particolare Dressel si sta concentrando. Per il podio, invece, potrebbe bastare abbassare di un altro paio di decimi il tempo fatto segnare oggi da Miressi che, va detto, oggi ha disputato una gara tiratissima dall’inizio alla fine e al quale potrebbe non bastare mettere a posto qualche piccolo particolare per andare a trovare quei centesimi da limare.

Insomma, la sfida è lanciata, è stimolante, per certi versi esaltante ma non bisogna illudersi: la storia insegna che nei 100 stile libero, quando c’è di mezzo l’Olimpiade, i grandi campioni americani e australiani difficilmente sbagliano e se non sbagliano sono difficili da avvicinare anche per un Miressi migliore di quello visto oggi. Sognare, però, non costa niente e dopo una finale così, che ci rimarrà negli occhi per anni, uno spettacolo difficilmente dimenticabile, potrà capitare anche di chiudere gli occhi e vedere uno “spilungone azzurro” sul podio di Tokyo. Ci dividono 68 giorni dal verdetto, inizia il conto alla rovescio.

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