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Nuoto, Europei 2021: pagelle 19 maggio. Paltrinieri infinito, cresce Miressi, Ceccon nel limbo

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GREGORIO PALTRINIERI 8.5: C’erano tutti i presupposti per affondare, ieri ha sofferto davvero il campione modenese ma bastano 100 metri della finale per capire che la musica è cambiata e il 14’42” nuotato con quasi 20 km in sei giorni nelle gambe è un risultato cronometrico più che apprezzabile. Romanchuk ha dovuto impegnarsi e soffrire per battere questo Paltrinieri e a Tokyo sarà un’altra musica.

DOMENICO ACERENZA 8: Finalmente! Era uscito da Riccione con le ossa rotte. A differenza del compagno di allenamenti sembrava non riuscire a trarre vantaggio dal lavoro svolto con Fabrizio Antonelli e il fallimento della qualificazione a Tokyo rischiava di essere un fardello pesante. Invece, per ora, torna a cada da Budapest con il primo oro in acque libere e il primo podio in piscina, arrivato al termine di una gara accorta e tatticamente perfetta.

ALESSANDRO MIRESSI 9: E’ lui l’MVP di una giornata dove di MVP ce ne potrebbero essere molti. Determinato, quasi cattivo: mette sotto scacco un super campione come il russo Kolesnikov, lo impegna a fondo, dà l’impressione di poterlo battere e lo costringe a raschiare il fondo del barile delle energie a disposizione. Tira giù un altro decimo al record italiano, lo porta a 47″45, roba da stropicciarsi gli occhi, oppure chiuderli e iniziare a sognare.

ARIANNA CASTIGLIONI 8: Può un argento europeo lenire una ferita come quella della mancata qualificazione olimpica? Forse sì, forse no. Di sicuro, nonostante non riesca a migliorare il personale, sale di un gradino rispetto alle scorse edizioni (ben quattro i bronzi continentali conquistati finora tra Berlino 2014 e Glasgow 2018). Alla fine la gioia prende il sopravvento sul rimpianto. Cinque medaglie europee sono un bottino che poche atlete possono vantare e non è finita qui.

MARTINA CARRARO 7: Chiude il cerchio e, come colui che le vive a fianco, può dire di essere salita sul podio in tutte le grandi manifestazioni internazionali tranne una, l’Olimpiade. Non è soddisfatta ma ha sicuramente qualcosa in meno rispetto a Riccione e si vede negli ultimi 20 metri. Agli Assoluti volava, qui si fa riprendere dalla compagna e amica Castiglioni e desiste dall’inseguire la sorprendente svedese che va a prendersi l’oro.

FEDERICO BURDISSO 8: Sale di un gradino rispetto a Glasgow e soprattutto aggiunge un tassello al mosaico della gara perfetta della quale continua una ricerca che richiederà anni perchè partire forte e chiudere forte è solo per pochi campioni e con uno di questi, l’ungherese Milak, gareggia spalla a spalla per 150 metri. Argento europeo, record italiano, tanta sofferenza ma anche spettacolo puro. L’atteggiamento piace, magari non è da manuale della tattica, per ora, ma la strada sembra quella giusta.

GIACOMO CARINI 6: Arriva alla finale un po’ scarico e forse anche soddisfatto di esserci. Dopo cinque anni di oblio ci può stare ma adesso non si deve fermare perchè ha dimostrato che fra i migliori di questa specialità c’è anche lui.

STEFANO BALLO 6.5: Non riesce a trovare il lancio perfetta per la 4×200 stile libero. Si incarta nella quarta vasca e perde quel mezzo secondo che avrebbe fatto comodo agli azzurri per evitare di affannarsi in rimonte. Non tutte le ciambelle vengono col buco ma quando si gareggia tutti i giorni il rischio di qualche controprestazione è dietro l’angolo.

MATTEO CIAMPI 7.5: Impeccabile, impassibile, chirurgico nel riportare l’Italia sulla stessa linea delle rivali per il podio dopo un avvio problematico della staffetta. Non fa proclami, non vuole copertine ma lui, quando viene chiamato in causa, si fa trovare pronto e difficilmente sbaglia.

MARCO DE TULLIO 8: L’idea che quella di lunedì sia stata una giornataccia per i due azzurri dei 400 stile torna a prevalere dopo la prova di Marco de Tullio in staffetta. Tiene testa ad un Guy scatenato, gli si mette alle calcagna e dà l’impressione anche di poterlo superare nel finale. Che siano i 200 (da affiancare ai 400) lo sviluppo naturale della carriera dell’atleta pugliese? 1’46″02 lanciato è un gran tempo!

STEFANO DI COLA 7.5: Ci prova a mettersi alla caccia del numero uno europeo Duncan Scott ma è bravo anche a non perdere di vista il francese che lo avvicina, lo mette nel mirino ma non lo supera. Tutto questo lo porta a chiudere con 1’46″56 e ad avvicinare sensibilmente i battistrada russi.

THOMAS CECCON 6.5: Il salto di qualità, al momento, a livello internazionale non arriva. C’è bisogno del Ceccon di dicembre per essere competitivi ai massimi livelli ma quel Ceccon al momento non si vede all’orizzonte. Arriva la finale dei 100 dorso con un settimo tempo lontano dal personale e cambiare marcia, domani, non sarà facile.

SIMONE SABBIONI 5: Si era illuso di poter tornare competitivo anche sulla distanza doppio dopo il personale dei 50 e invece sui 100 viene bocciato con una prova appena discreta al mattino e totalmente insufficiente al pomeriggio. Non è più quello di cinque anni fa ma la nazionale ha bisogno di un dorsista competitivo e nel mese che lo divide dal Sette Colli dovrà tentare l’ennesimo miracolo.

ILARIA CUSINATO 7: La strada è quella giusta. Si prende apparentemente senza troppa fatica, la seconda finale di questo Europeo e chissà che domani nei 200 farfalla non si possa inserire in qualcosa di importante con una distribuzione che non la mandi in tilt nel finale. E’ in crescita di condizione fisica e mentale e se torna sui suoi livelli può giocarsela con tutte le rivali.

ANTONELLA CRISPINO: 6: Ottiene la qualificazione per la semifinale dove disputa una gara onesta, senza sussulti chiudendo all’undicesimo posto ma senza migliorare il personale. Merita la sufficienza ed è da rivedere.

EDOARDO GIORGETTI 6: Fatica al mattino, strappando per un soffio l’accesso alla semifinale, dove invece ritrova buone sensazioni e combatte, anche se per la qualificazione alla finale sarebbe servito mezzo secondo in meno. Un atleta ritrovato per questi livelli.

ALBERTO RAZZETTI 7.5: Stravince la sua semifinale con una gara di alto spessore, che lo porta a sfiorare il record italiano fatto segnare a Riccione e lo mette fra i grandi della specialità. Se la può giocare per il podio, se riesce a limitare i danni nel dorso, grazie ad una rana spumeggiante. Serve un altro piccolo miglioramento in finale.

FEDERICA PELLEGRINI 7: Apparentemente sciolta e facile, litiga ancora un po’ con l’ultima vasca, nella quale sembra che gli manchi lo spunto che ha caratterizzato tutte le sue imprese. Perde in entrambe le gare, batterie e semifinali, con la ceca Seemanova ma sembra averne ancora ed è pronta per l’ennesima battaglia.

STEFANIA PIROZZI 6: Scende per due volte sotto ai 2 minuti, si migliora al pomeriggio in semifinale e le sarebbero serviti 36 centesimi in meno per entrare in finale. Buone notizie in prospettiva staffetta 4×200 stile.

LORENZO MORA 6: La lunga marcia di avvicinamento alla gara più attesa prosegue tutto sommato con riscontri positivi per Lorenzo Mora che nuota i 100 dorso in 54″98. Potrebbe fare di più.

MATTEO RESTIVO 5: Non buone le sensazioni irradiate dal “dottore” friulano di stanza a Firenze che non dà l’impressione di essere riuscito a trovare la condizione dei giorni migliori. Troppo lontano dalla zona qualificazione e dal personale nei 100 dorso, nei 200 si aspetta la zampata.

SARA GAILLI 5: Debutto individuale da dimenticare per la giovane nuotatrice che sembrava aver rotto il ghiaccio nel migliore dei modi nell’ultima frazione della 4×200 mista, invece paga dazio all’emozione restando ampiamente al di sopra del personale.

ANDREA CASTELLO 5: Aveva destato una buona impressione nei 100 ma, nella gara che predilige, quella che lo ha visto secondo agli Assoluti, non riesce a sfoderare la prestazione attesa e sarebbe bastato qualche decimo in meno per prendersi una semifinale che era il grande obiettivo odierno.

MANUEL FRIGO 6: E’ il “prezzemolino” della squadra maschile e forse inizia a pagare un po’ dazio alla fatica. Non impeccabile nella prima frazione della 4×200.

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