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Nuoto, Paolo Barelli: “Il record nel medagliere è la migliore immagine del nostro movimento”

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Gli Europei di Budapest si sono conclusi in maniera trionfale per l’Italia, che ha collezionato quarantaquattro medaglie (10 ori, 14 argenti e 20 bronzi), stabilendo un nuovo record per le squadre azzurre nella manifestazione continentale, battendo quello di Glasgow 2019 e Londra 2016 (39). Un risultato straordinario, considerando le assenze importanti nella squadra di nuoto artistico.

Soddisfazione espressa anche dalle parole dal presidente Paolo Barelli: “I ragazzi di tutte le nostre squadre nazionali sono arrivati preparati. Il livello del campionato europeo è stato altissimo. Eccetto pochissime defezioni, vi hanno partecipato tutti i campioni in cerca di confronto dopo oltre un anno di pandemia e di conferme sul lavoro svolto lungo il percorso che porterà alle Olimpiadi entro due mesi”.

Continua il numero uno della FIN: “Il medagliere che ha battuto tutti i record in termini numerici è la migliore immagine che il vertice del movimento acquatico potesse mostrare. La squadra si è dimostrata forte e compatta in tutte le discipline malgrado le defezioni del nuoto sincronizzato che avrebbe certamente lottato per le medaglie in tutte le prove”.

La chiusura sulla situazione delle piscine azzurre e sulle difficoltà degli atleti italiani: “La federazione e le società hanno lottato e sono riuscite a garantire la possibilità di allenarsi agli atleti di interesse nazionale anche durante la serrata, ma la situazione resta drammatica e siamo fortemente addolorati per la scarsa sensibilità dimostrata dalle istituzioni nei confronti delle società e associazioni sportive e dei gestori degli impianti completamente dimenticati dalla politica anche se sono proprio loro a permettere l’attività motoria ai cittadini. Gli azzurri vivono questa condizione come una privazione, un’incomprensibile ingiustizia e si sono resi portavoce del disagio che sta colpendo tutto il movimento. L’auspicio è che questi risultati, che tanto prestigio portano al nostro Paese, possano essere un ulteriore monito per tornare il prima possibile alla normalità e alla riapertura degli impianti coperti senza se e senza ma perché, come ormai dimostrato anche scientificamente, le piscine sono ambienti sicuri e il Coronavirus fugge quando arriva. Spero che il ministro della salute Roberto Speranza si mostri finalmente più disponibile alle nostre richieste supportate da evidenti motivazioni”.

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