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Roland Garros 2021: il carattere di Sinner, il talento di Musetti e un Sonego che non ha smaltito Roma

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Cinque vittorie e una sconfitta: così si chiude una positiva giornata per i colori italiani al Roland Garros, di quelle che lasciano il sorriso sulle labbra per varie ragioni, e soprattutto per come sono arrivati i successi e quali storie si possono celare dietro gli stessi.

Il match più atteso, e anche incerto, di giornata è stato senz’altro quello di Jannik Sinner. Una giornata no, un francese esperto e fantasioso, Pierre-Hugues Herbert, dall’altra parte e il pubblico del Court Suzanne Lenglen non esattamente dalla sua parte. Eppure l’altoatesino non si è scoraggiato, è rimasto lì, ha cercato di trovare una soluzione e alla fine è riuscito a venire a capo di tutto. Un match point ha avuto a disposizione il transalpino, che ha acceso e spento la luce in maniere differenti nel corso del match; l’ha sprecato, e lì per certi versi è finita la sua partita, perché è iniziata quella di Sinner. Il numero 2 d’Italia ha dimostrato la differenza tra un buon giocatore, con buona mano, e uno che ha la mentalità di un vincente, uno che sa che anche nelle situazioni più difficili una possibilità di risalire esiste sempre. La storica questione della testa nel tennis, che è più attuale che mai parlando di questo match.

Il suo prossimo impegno sarà con Gianluca Mager, un derby che il sanremese ha meritato, perché non è mai facile dover cambiare all’improvviso avversario (il tedesco Peter Gojowczyk invece dell’australiano John Millman). Un italiano al terzo turno ci sarà comunque, e se è vero che Mager ha più che valide capacità di lottare e un tennis che a tratti si lascia guardare, è altrettanto chiaro che il favorito sarà dall’altra parte. E sarà tutta da vedere la maniera nella quale Sinner si sarà ripreso da questo che è uno dei molti debutti complicati per gli uomini più chiacchierati di questo torneo (per informazioni chiedere a Zverev, visto che Thiem ha consentito che Andujar ne facesse perdere le tracce al Bois de Boulogne).

Il bello dell’Italia è anche Lorenzo Musetti che, al primo Slam in carriera, avrà fatto pensare a David Goffin di voler inserire una clausola sulle partecipazioni ai quattro tornei maggiori in cui sia possibile evitare di incrociare un giocatore italiano che si sta mettendo in luce. 19 anni e tanta voglia di continuare a ripetere i passi che aveva fatto da junior per il toscano, che ormai si sta facendo sempre più ammirare lungo i campi di mezzo mondo e che, di confronti, non ne teme, anzi si esalta con i giocatori di alta classifica (per informazioni chiedere a Schwartzman o allo Tsitsipas del primo set di Lione). Al primo match al meglio dei tre su cinque, una vittoria di simile livello è un viatico davvero importante.

Le belle notizie arrivano anche dal settore femminile. La prima a regalarne una è Martina Trevisan: dopo i quarti di finale del 2020 non era praticamente riuscita a ottenere risultati, se non un’importante vittoria in Billie Jean King Cup (ex Fed Cup) per portare l’Italia nelle qualificazioni per le Finals 2022, ma questa volta non ha mollato. E non ha voluto cedere a un destino avverso, quello stesso che l’aveva bloccata con la kazaka Yaroslava Shvedova al Foro Italico, ma si è andata a prendere una vittoria molto più rilevante di quanto non dica il fatto che sia un semplice passaggio al secondo turno.

E anche Camila Giorgi, dopo un match sull’ottovolante come nelle sue abitudini, riesce a cogliere uno dei successi di maggior rumore nel tabellone femminile, eliminando la numero 22 del seeding, la croata Petra Martic. Due match point se n’erano andati nel secondo set, un altro nel terzo, si è complicata (di molto) la vita, ma alla fine è riuscita a rimettere le cose a posto, forse anche con la memoria di quell’infinito match con la spagnola Sara Sorribes Tormo a Roma a ricordarle di non mollare la presa (per quanto Martic sia giocatrice del tutto diversa).

E proprio di Roma parlando, non si può di certo non ricordare come Lorenzo Sonego fosse atteso almeno all’arrivo al terzo turno, stante la presenza di Nadal in quella fase del torneo, dopo i fasti capitolini. Invece non è andata proprio così: da una parte una giornata un po’ negativa, dall’altra il sudafricano Lloyd Harris bravissimo a sfruttarla con un continuo martellare di dritto e una delle migliori partite in carriera sul rosso, e il gioco è fatto. Difendeva gli ottavi dell’edizione autunnale, ora avrà tempo per ricaricare le batterie in vista di quell’erba che gli regalò il primo titolo a livello ATP nel 2019.

Si è inoltre visto il ritorno di Roger Federer sul Court Philippe Chatrier. Buon tennis e nessun problema per lo svizzero con l’uzbeko Denis Istomin, ma già al secondo turno il confronto con il croato Marin Cilic non è proprio di quelli da prendere sottogamba. Tante altre le storie del giorno: il “miracolo” del russo Daniil Medvedev (vincere, e per di più in tre set, con il kazako, genio e follia, Alexander Bublik), l’uscita di scena di svariate big tra le donne (la spagnola Garbine Muguruza, l’olandese Kiki Bertens e la canadese Bianca Andreescu) e soprattutto il forfait di Naomi Osaka. Non è forse questa la sede ideale per discorrere di tutta la sua vicenda, ma di certo potrebbe davvero ottenere l’effetto opposto di quello da lei auspicato: il fatto di non parlarne. Perché se ne parlerà, e tanto, visto il suo tipo di richiesta, le reazioni di torneo, stampa ed ex giocatrici e la diretta conseguenza. Una cosa è certa: nessuno sa quello che c’è nella testa della giapponese, solo lei è davvero in grado di comprendere il meglio per il proprio futuro e come agire in questa situazione. Da rimarcare inoltre la disputa della prima sessione serale della storia del torneo: Serena Williams e Irina-Camelia Begu fanno a loro modo già parte del libro dei record del Roland Garros.

Foto: LaPresse

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