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Softball, Federico Pizzolini: “Europei in preparazione delle Olimpiadi, ma vogliamo riconfermarci. Enrico Obletter era un fratello”

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Da pochi mesi Federico Pizzolini ha preso in mano il timone del softball italiano, diventando manager della Nazionale. Non l’ha fatto, però, nel modo che avrebbe sperato: è ancora molto forte l’impronta lasciata dalla morte di Enrico Obletter, stroncato dal Covid-19, che ha lasciato un vuoto enorme nell’ambiente azzurro. Abbiamo raggiunto Pizzolini per quest’intervista, di cui è possibile ascoltare (e vedere) la versione integrale in basso e di cui si riportano qui alcuni estratti.

Su quanto fatto negli Stati Uniti: “L’America è stata per noi quest’anno quello che l’Australia ci ha permesso di fare negli anni passati. Siamo partiti con due mesi di ritardo, ma siamo partiti. Era un anno che non ci vedevamo in partite giocate, per cui eravamo molto indietro, soprattutto in fatto di softball giocato con le prime squadre al mondo. Le ragazze hanno capito la necessità di impegnarsi a fondo nel prosieguo dei mesi che stavano loro davanti, sia per preparare i campionati che per preparare i nostri due appuntamenti fondamentali, il primo dei quali è il Campionato Europeo, nel quale cercheremo delle conferme. E’ vero che sarà in preparazione delle Olimpiadi, ma lo ritengo il momento più importante per noi, dal quale dovrà uscire sicuramente un risultato positivo, con il quale intendo una riconferma sul gradino più alto del podio“.

Sul livello di Stati Uniti e Canada: “L’abbiamo trovato come ce l’aspettavamo: due squadre che si sono confrontate in maniera continuativa. Non hanno mai smesso neanche in periodo pandemico, per cui sono in forma smagliante. Questo mi rende un po’ più fiducioso per il risultato olimpico, perché affronteremo sì delle corazzate, ma essendo partita secca e avendoci loro visti in forma non ottimale, non è da loro, ma magari sottovalutano un po’, e in partita secca può succedere di tutto. Poi confido sulla grande crescita e motivazione nostra“.

Sulla connection Mondiali 2018-Olimpiadi 2021: “Ci è mancato poco per vincere con Canada, Messico e Australia, che saranno nostre avversarie a Tokyo. Tutto dipenderà dalla forza mentale delle ragazze: io posso contribuire motivandole dal punto di vista strategico, ma chi scende in campo è sempre la squadra, le singole giocatrici, che possono determinare il risultato finale. Loro ci credono, anche perché per alcune sarà l’ultimo appuntamento di una carriera sportiva di risultati e riconoscimenti di alto livello. Conto molto su individualità, forza del gruppo, voglia di far bene, di giocare e ottenere un risultato che sarebbe storico per il softball italiano“.

Un ricordo di Obletter: “Potremmo stare qua tutta la puntata a parlare di Enrico. Sicuramente avrei fatto volentieri a meno di quest’incarico. Il rapporto con Enrico è duraturo nel tempo, è iniziato 35 anni fa. Usare la parola ‘fratelli’ magari non è corretto, ma lo eravamo veramente e ci sentivamo tali per il softball giocato. Ci sentivamo anche per le varie problematiche di vita quotidiana. Sicuramente lui ha lasciato una voragine, in me stesso in primis. E anche per il softball, lui è stato, non me ne vogliano gli altri allenatori, il più grande. Ha avuto la possibilità di conoscere il softball giocato in tutto il mondo, di conoscere grandi giocatori, allenatori. La sua esperienza difficilmente potrà essere ripetuta, da me in primis, ma anche dagli altri allenatori italiani. E’ stato lui il fautore di questa Nazionale, che ha creato, fatto crescere e portato ai risultati che tutti conosciamo. Ne dobbiamo essere riconoscenti. Personalmente sarò sempre orgoglioso di aver lavorato con lui, sia in precedenza che ora con questa Nazionale, che è la sua creazione. Io non faccio altro che continuare il suo lavoro e quelli che erano i nostri programmi. Fra l’altro anche quello che stiamo facendo l’avevamo programmato con lui a gennaio. Io lo porto avanti, con qualche modifica del caso necessaria, ma la linea tracciata rimane la sua“.

Sul debutto olimpico (21 luglio con gli Stati Uniti): “Può essere un vantaggio giocare con gli Stati Uniti. Difficilmente le 5 squadre che saranno con noi potranno vincere una squadra del genere. Sapere di aver già affrontato gli Stati Uniti è un fattore positivo. Se fosse l’ultima partita e fossimo pari con un’altra squadra, partiresti con un morale più basso, invece alla terza affronteremo il Giappone, e poi le ultime due partite secondo me ci daranno la giusta carica. Meglio incontrare le squadre forti subito, così ti danno anche la possibilità di metterti alla prova e stimolarti per le partite più decisive, che seguono“.

LA VIDEO INTERVISTA A FEDERICO PIZZOLINI

Foto: FIBS / MG Oldmanagency

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