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Tennis femminile, l’exploit isolato di Martina Trevisan e un’Italia che proprio fatica ad emergere

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Il tennis italiano ha vissuto in questi ultimi anni non solo l’esplosione del settore maschile, ma anche una crisi senza fine di quello femminile. I trionfi Slam e le vittorie in Fed Cup di Pennetta, Schiavone, Vinci ed Errani hanno nascosto per troppo tempo tutti quei problemi che si sono presentati in queste stagioni. Dietro alle quattro grandi campionesse non si è costruito nulla ed il ricambio generazionale non c’è stato, con l’Italia sprofondata nelle retrovie del tennis mondiale.

Lo scorso anno Martina Trevisan era riuscita a spingersi fino ai quarti di finale del Roland Garrros e sembrava poter essere quella svolta tanto attesa ed invece in pochissimo tempo si è capito che fosse un exploit isolato, un caso quasi fortuito. Da quel momento le tenniste italiane sono tornate in un anonimato preoccupante ed anche gli ultimi Internazionali d’Italia non hanno certamente aiutato il movimento.

La stessa Trevisan si è arresa subito alla rientrante kazaka Yaroslava Shvedova, in un match che la tennista toscana ha letteralmente buttato via. Elisabetta Cocciaretto ha perso in due set con la francese Caroline Garcia; mentre la solita Camila Giorgi ha fatto e disfatto nell’epica battaglia di oltre quattro ore (poi persa) con la spagnola Sara Sorribes Tormo.

Purtroppo il Foro Italico non ha fatto altro che confermare questo momento di grande crisi del tennis femminile italiano, con le nostre giocatrici in grande difficoltà ad emergere anche per le loro caratteristiche fisiche. Le azzurre sono tutte “piccoline” e all’orizzonte non si vede la “spilungona” di turno che possa comandare lo scambio fin dal servizio, colpo fondamentale per essere al vertice nel mondo WTA.

Il prossimo Roland Garros potrebbe addirittura vedere solo due azzurre nel tabellone principale, con il rischio che Giorgi e compagne rimangano nell’attuale anonimato, in un silenzio preoccupante, con la luce in fondo al tunnel che appare veramente lontanissima dall’essere trovata.

FOTO LaPresse

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