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Ciclismo

Vincenzo Nibali esce (volutamente?) di classifica per un’ultima settimana in una nuova veste

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Il giudice supremo del Monte Zoncolan ha messo una sentenza inappellabile: Vincenzo Nibali è fuori dai giochi per la classifica generale del Giro d’Italia 2021. A conti fatti, non è mai stato davvero in corsa. Non questa volta. Allo Squalo va riconosciuto l’onore delle armi. Ha voluto partecipare alla Corsa Rosa a tutti i costi, nonostante un infortunio piuttosto serio al polso destro gli abbia fatto perdere una decina di giorni di allenamento proprio nella fase cruciale per rifinire la lunga preparazione invernale. Va detto che, per una operazione come quella a cui si è sottoposto il siciliano, la stragrande maggioranza dei corridori impiega un paio di mesi per guarire e tornare in gara. Il classe 1984 ha affrettato i tempi e bruciato le tappe, ben conscio che si sarebbe esposto al rischio di una situazione ben poco gradevole, ma con la consapevolezza di non avere ormai più nulla da dimostrare. A 36 anni le occasioni si riducono inesorabili e la voglia di Giro era troppo grande per non provarci ancora una volta.

Non sapremo mai quale fosse il reale obiettivo di Vincenzo Nibali alla vigilia della partenza di Torino. Si era mantenuto sul vago, tra un “vedremo alla giornata” e un “non so cosa aspettarmi“. Giova ricordare che lo Squalo, a febbraio e dunque molto prima dell’incidente occorsogli in allenamento a Lugano, era stato però molto chiaro sull’argomento: “Non andrò al Giro per fare classifica“. Pretattica o consapevolezza dettata dal non memorabile 7° posto dell’edizione del Giro 2020, sebbene assolutamente sui generis ed irripetibile (si spera) per i ben noti motivi legati all’emergenza sanitaria? Allora perché affrettare in questo modo il recupero e presentarsi comunque al via menomato dal punto di vista della condizione fisica ed atletica? Viene difficile credere che un fuoriclasse come Nibali abbia fatto di tutto per partecipare alla Corsa Rosa solo per vincere una tappa: aggiungerebbe poco o nulla alla sua carriera. Molto più probabile che, sotto sotto, confidasse in un miracolo: magari limitare i danni nelle prime due settimane, per poi spiccare il volo nella terza. In passato tale disegno si era materializzato spesso. Tuttavia a 36 anni la vita è diversa rispetto a quando ne avevi 28, figuriamoci dopo un infortunio. Ed il fisico non è più lo stesso.

Nell’arco delle frazioni svolte finora Nibali ha pagato costantemente dazio su tutte le salite. L’attacco in discesa verso Bagno di Romagna aveva illuso: al di là dei meri 7″ guadagnati sugli altri uomini di classifica, sembrava il segnale di un morale in crescita. Oggi, sullo Zoncolan, l’amaro verdetto. Il siciliano si è reso conto sin da subito di non poter opporre la minima resistenza. Riteniamo che, se avesse deciso di tenere duro e lottare sino in fondo per difendersi, avrebbe potuto perdere 2 o 3 minuti da Bernal. Ma a che pro? Nibali ha ritenuto che non ne valesse più la pena. Basta perdere minuti di qua e di là per limitare i danni e sperare magari in un decimo posto a Milano. Anche in questo caso nulla aggiungerebbe al palmares del messinese. E dunque meglio sfilarsi, ma facendolo in maniera definitiva, scivolando ad un quarto d’ora dalla maglia rosa ed uscendo definitivamente dai giochi per la classifica generale.

In tal modo le prospettive mutano radicalmente. Non rappresentando più un pericolo per chi ambisce alla vittoria o al podio finale, Nibali avrà maggiore libertà d’azione, come già accaduto in questi giorni al compagno di squadra Bauke Mollema o a George Bennett. Potrà dare libero sfogo al proprio estro, inserendosi in una o più fughe da lontano e, magari, provando a portarsi a casa uno dei quattro tapponi alpini che ancora ci attendono. Nel tentativo di riuscirci potrà comunque correre da protagonista. Ed è questa la grande differenza rispetto ad arrancare nel confronto diretto con gli altri big e lasciare sul piatto una manciata di secondi o minuti a salita. Oggi Vincenzo Nibali si è reso conto di non poter ambire ad una posizione di prestigio in questo Giro. A questo punto preferisce concluderlo da protagonista, sebbene in una veste diversa, piuttosto che inseguire un anonimo piazzamento.

Foto: Lapresse

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