Pallavolo
Volley, Champions League femminile, Super Final. A Verona la chiusura del cerchio o l’inizio di un ciclo per Conegliano?
Non è la ciliegina, è proprio la torta questa Champions League che finalmente approda a Conegliano a suggellare un progetto ambizioso e vincente nella tradizione dei grandi club italiani di volley femminile. Sessantaquattro vittorie consecutive, un dominio incontrastato in patria e adesso anche sul tetto d’Europa: l’Imoco ha dimostrato di essere squadra capace di demolire le rivali ma anche di saper soffrire e affrontare nel modo giusto le situazioni complicate.
Il Vakifbank aveva trovato la chiave per tentare di mandare in tilt la squadra di Daniele Santarelli: rischi in battuta, ben pagati nel primo set, e grande organizzazione di gioco, con una finalizzatrice micidiale come Haak. Appena, però, le due giocatrici chiave del club turco, Haak e Bartsch sono calate un po’, per via della inevitabile stanchezza dopo oltre due ore di gioco, hanno calato il loro ritmo indiavolato, Conegliano si è fatta trovare pronta e alla fine ha dimostrato di avere qualcosa in più rispetto alla corazzata di Guidetti. Intanto di avere una panchina importante perchè Adams si è rivelata decisiva nel sistemare alcuni meccanismi che, con Sylla in campo, non stavano funzionando in casa veneta, soprattutto in ricezione ma anche in attacco dove Adams il suo lo ha fatto.
La Imoco ha saputo vincere anche in uno dei (pochi) giorni meno sfavillanti di Johanna Wolosz, l’alzatrice polacca che, forse un po’ divorata dalla tensione dovuta alla voglia di mettere in bacheca quella coppa che ha inseguito un sacco di volte, non è stata del tutto all’altezza della sua fama, non riuscendo, a sprazzi, a trovare la solita precisione e lucidità in regia ma facendosi trovare pronta però nella fase decisiva del quarto e del quinto set.
Un capitolo a parte lo merita Egonu. Sei la giocatrice più forte al mondo, va bene e questo fa in modo che dall’altra parte si aspettino che la maggior parte dei palloni, soprattutto quelli importanti, arrivino dalle tue parti. Giochi la finale di Champions e dall’altra parte c’è un’armata, parti così così e, quando tutto sembra girare storto, inizi una cavalcata che ti porterà a mettere a terra 40 palloni. Ogni commento è superfluo. Semplicemente straordinaria e non c’è errore nel finale di terzo set che tenga.
L’altro nome da fare è quello proprio di Daniele Santarelli che ha azzeccato la scelta di Folie, concreta a muro e in attacco, e ha saputo affrontare tutti i momenti difficili con il piglio giusto, confermandosi uno dei migliori tecnici al mondo. Il terzo nome è quello di Kimberly Hill che lascia (forse temporaneamente) l’attività dopo questo trionfo: mancherà all’Imoco ma a tutto il campionato italiano. Sa fare tutto e spesso lo fa bene, non sarà facile da sostituire.
L’impressione è che Verona non sia stato un traguardo vero e proprio per l’Imoco, bensì un punto di partenza verso una storia pluriennale fatta di trionfi. Insomma, si è aperto un ciclo e al centro ci sono le venete che, per continuare a vincere dovranno prima di tutto blindare Egonu e, nell’immediato, trovare la sostituta di Hill che non faccia rimpiangere la statunitense.
Foto LiveMedia/Lisa Guglielmi