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America’s Cup, addio ad Auckland? New Zealand al braccio di ferro con lo Yacht Club, minaccia di azioni legali
“Non c’è altra alternativa. La scelta migliore è difendere la America’s Cup lontano da Auckland, questa è la nostra migliore possibilità per allestire una campagna di successo“. Sarebbero queste le parole che Grant Dalton, CEO di Team New Zealand, avrebbe rivolto ai membri del Royal New Zealand Yacht Squadron, ovvero lo Yacht Club di cui i Kiwi sono emanazione e per cui Peter Burling e compagni hanno alzato al cielo la Vecchia Brocca nelle ultime due edizioni.
Il braccio di ferro è davvero rovente, perché RNZYS vuole che la prossima edizione della competizione sportiva più antica al mondo si disputi ancora nel Golfo di Hauraki, mentre Team New Zealand punta ad aprire i propri orizzonti e pensa a una kermesse nell’emisfero boreale. Le voci spingono verso l’Isola di Wight (per la gioia dei britannici di Ineos Uk, Challenger of Record), anche se l’opzione mediorientale è in auge grazie ai petrodollari.
Grant Dalton ha forzato un po’ la mano, palesando la sua insoddisfazione per l’offerta economica avanzata dal Governo Neozelandese, da lui ritenuta insoddisfacante: circa 60 milioni di euro, tra liquidità e soluzioni tecniche, sono ritenuti troppo pochi dai detentori della Coppa America, i quali speravano almeno nel doppio per mantenere l’evento nelle acque amiche. La finestra per la contrattazione tra New Zealand e le istituzioni locali scadrà tra un paio di giorni, ma appare improbabile che ci saranno novità in merito nelle prossime 48 ore e quindi l’opzione primaria resta quella di lasciare Auckland per organizzare la America’s Cup ad altre latitudini. Per il momento il nodo delle date non sarebbe stato toccato (2023-2024, a rigor di logica).
Rimane però viva la possibilità di un’azione legale. Lo Yacht Club pensa di avere diritto di ultima parola sulla location in quanto effettivo detentore della Coppa delle 100 Ghinee (il torneo è, fin dal 1851, una competizione per circoli velici) e dunque ha minacciato il sodalizio guidato da Grant Dalton di procedere alle carte bollate. Sarà servita tutta la sua retorica nella giornata odierna (e servirà anche nei prossimi giorni), per cercare di convincerli a seppellire l’ascia di guerra e ad andare avanti insieme per provare a difendere la Vecchia Brocca. Indubbiamente la situazione è complessa e la matassa è difficile da sbrogliare, bisognerà avere pazienza. La sensazione è che i Kiwi riusciranno a spuntarla alla lunga, ma avere la serpe in casa è davvero paradossale.
Foto: Lapresse