Senza categoria

ATP Queen’s 2021, Matteo Berrettini conquista la settima finale italiana sull’erba. I precedenti

Pubblicato

il

Matteo Berrettini potrebbe ricordare per lungo tempo questo 19 giugno 2021. Una vittoria convincente contro Alex De Minaur che gli ha concesso la finale del torneo ATP del Queen’s, la seconda più importante della sua carriera dopo quella di Madrid ottenuta quaranta giorni fa. E un nuovo attestato di stima per il grandissimo lavoro del movimento tennistico italiano, che consegue la finale numero 7 sul verde della propria storia.

Per Matteo è la seconda volta che si gioca un torneo su erba; nel 2019, l’anno della sua esplosione, arrivò a Wimbledon con in tasca il torneo di Stoccarda, vinto contro Felix Auger-Aliassime. Con la partita di domani, il numero 9 del mondo diventa il secondo giocatore italiano a disputare più di una finale su questa superficie: a precederlo a quota tre soltanto Andreas Seppi.

Il 37enne bolzanino è infatti il capostipite del movimento su erba, essendo il primo giocatore ad essersi portato a casa un trofeo. Bisogna tornare indietro al 2011, al torneo di Eastbourne, quando Janko Tipsarevic si ritirò sul 5-3 al terzo set in favore dell’azzurro. Seppi arrivò in fondo anche l’anno dopo nell’East Sussex, ma questa volta dovette arrendersi in due set ad Andy Roddick. Nel 2015 poi fu una delle tante vittime di Roger Federer ad Halle.

Gli altri due italiani ad aver raggiunto una finale su erba sono Lorenzo Sonego e Laurence Tieleman. Poco meno di due settimane dopo il successo di Berrettini a Stoccarda, il torinese si portò a casa il primo torneo della sua carriera contro Miomir Kecmanovic ad Adalia, Turchia; Tieleman invece, belga naturalizzato, fu il primo della storia azzurra a giocarsi un torneo su prati, e curiosamente fu proprio al Queen’s. Era il 1998 quando dovette arrendersi all’australiano Scott Draper per 7-6 6-4. Tocca a Matteo ora cancellare quel ko di ventitré anni fa e mettere una bandierina tricolore in uno dei tornei più illustri della storia tennistica.

Foto: LaPresse

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version