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Basket, Frank Vitucci: “Brindisi, tre momenti topici in stagione. Virtus Bologna serena, Milano sente la pressione”
Frank Vitucci è stato nominato per la seconda volta nella sua traiettoria professionistica allenatore dell’anno. Il riconoscimento l’aveva già ricevuto quand’era alla guida della Cimberio Varese nella stagione 2012-2013 e, anche quest’anno, è stato uno dei principali artefici dell’eccezionale annata dell’Happy Casa Brindisi, assieme a Simone Giofrè, che ha invece ricevuto il premio di dirigente dell’anno. Proprio con coach Vitucci, nell’intervista di cui sono qui proposti alcuni estratti e il video completo a seguire, si sono trattati numerosi argomenti, legati soprattutto alla serie scudetto Olimpia Milano-Virtus Bologna e a quel che è stato nell’annata brindisina.
Sui problemi Covid che hanno frenato Brindisi, con tanto di Milos Teodosic a dichiarare pubblicamente che l’Happy Casa sarebbe andata in finale senza lo stop: “Milos è stato molto gentile, già in mezzo al campo a fine gara-3 ha fatto i complimenti e poi l’ha ribadito pubblicamente. Noi durante l’anno siamo stati anche abbastanza beneficiati dal Covid, avevamo avuto solo due casi in due momenti differenti (Willis e Udom), e nonostante i nostri viaggi in giro per l’Europa, con voli di linea tranne in un’occasione. L’ultimo di questi viaggi, a Izmir, era veramente l’ultima curva, ci ha preso dentro tutti quanti. Questo ha fermato la squadra per tre settimane piene, dove si allenavano in quattro senza allenatori, perché eravamo tutti fermi. Quando abbiamo ripreso abbiamo ricominciato a giocare subito, cercando di difendere il primo posto, cosa che non è stata possibile, e alla fine mantenendo il secondo battendo Varese. Ma non c’erano la quantità né la qualità degli allenamenti. Con Bologna secondo me se avessimo avuto un’altra settimana di allenamento saremmo stati vicini al 100%, ma ad ogni modo ha dimostrato di essere con merito in finale“.
Sul premio: “E’ il frutto di tante cose, e anche della fiducia che il club ci da. C’è un presidente appassionato come Nando Marino, che ci lascia sempre molta carta bianca su quello che facciamo. C’è una reciproca soddisfazione in questo. Razionalmente sia io che Simone dovremmo scappare via, perché è quasi impensabile riuscire a fare meglio, perché il budget rimarrà lo stesso ed è 11 volte minore rispetto a quello di Milano. Poi ci sono tanti altri fattori. Valutiamo in questi giorni. Dipende da quali sono le alternative: il mercato italiano è così così, per fare un upgrade non ci sono così tante realtà e bisognerà valutare velocemente e con grande attenzione“.
Sulla serie scudetto: “A Bologna Teodosic la prima cosa che fa quando entra in campo è un tiro da tre. Poi comincia a far giocare gli altri, con grande serenità ed efficacia. Si sentono coinvolti, sanno di dover essere sempre pronti perché la palla giusta arriva. C’è una serenità nel gioco di squadra evidente. Milano ad oggi ha sicuramente grandi aspettative, venendo dalla Final Four di Eurolega, ma ha forse sentito molto questa specie di pressione in gara-1, e quest’onda ha dato una spinta incredibile a Bologna. Sono sorpreso, ma non così tanto, perché ha giocato bene contro di noi. Tra le due squadre di differenza ce n’è veramente poca ed è colmata, dal punto di vista emotivo, da quel che dicevo. Milano ha un talento più diffuso rispetto a quello della Virtus, sia sul lato tecnico che su quello fisico. Bologna, pur avendo tanti giocatori, è un po’ più ristretta e anche le gerarchie sono più facili da individuare. Talvolta l’eccessiva abbondanza può anche non favorire la sostanza di quel che si va a fare, ma sono due squadre che si stanno affrontando a viso aperto“.
Sul tema pubblico: “Bisognerebbe tenere questo fattore un po’ più in conto. Abbiamo giocato così tanto tempo senza pubblico, in un’atmosfera un po’ ovattata. Noi abbiamo avuto il pubblico, a Brindisi, che normalmente è molto caloroso e immaginate quest’anno cosa sarebbe stato, alla prima partita con la Virtus. E’ stato un piccolo shock perché non eravamo abituati, questa cosa si è sentita e abbiamo avuto un attimo di sbandamento-adattamento, così come quando all’inizio si è dovuto giocare senza pubblico. Potrebbe aver leggermente influito per Milano in gara-1“.
Sulla stagione di Brindisi: “A Milano abbiam vinto anche l’anno scorso, ma fu frutto di una prestazione extra-ordinaria di Tyler Stone. Quest’anno, invece, abbiamo vinto giocando molto più di squadra, ed è stato un segnale importante. Altro momento di svolta: Treviso in casa, eravamo sotto di 15 punti all’intervallo. Nel secondo tempo abbiamo vinto di 16 con una dimostrazione di forza notevole. Il terzo momento importante è stato a fine gennaio, quando Harrison si è fatto male e la squadra non ha subito questo scossone negativamente, anzi ha continuato a giocare prima senza e poi inserendo Bostic in maniera positiva, andando avanti come se niente fosse. Siamo andati a un possesso dalla finale di Coppa Italia, trovando protagonisti diversi. C’era una sostanza spalmata nel collettivo, e non affidata a una star o a 1-2 giocatori“.
LA VIDEO INTERVISTA A FRANK VITUCCI
Credit: Ciamillo