Calcio, Beppe Signori: “Nessuno mi restituirà 10 anni difficili. Voglio allenare e l’Italia può vincere gli Europei”

La fine di un incubo. Beppe Signori, assolto dalla giustizia ordinaria per il caso “calcio scommesse”, potrà tornare a lavorare in ambito calcistico visto provvedimento di ‘riabilitazione’ emanato dalla Federcalcio.

L’ex attaccante della Lazio, ai microfoni di Radio Anch’io Sport, a pochi giorni dalla ‘grazia’ ricevuta dalla FIGC, è tornato a parlare, raccontandosi ed esprimendo alcuni pareri sull’attualità del “Pallone”.

“Nessuno mi restituirà questi 10 anni difficili, ma è inutile piangersi addosso. Guardiamo avanti. Sono sempre stato abituato a lottare, ho preferito andare avanti fino alla fine e ora sono molto felice. Non volevo rimanere nel grigio di una prescrizione, doveva essere nero o bianco ed è stato bianco. Chi sapevo sarebbe stato con me fino alla fine c’è stato, chi sapevo mi avrebbe voltato le spalle lo ha fatto. C’è stata una selezione naturale“, le parole di Signori.

Potendo nuovamente lavorare nel calcio, il desiderio sarebbe quello di mettere a disposizione dei giovani la sua esperienza da giocatore di alto livello: “Dieci anni fa avevo preso il patentino da allenatore Uefa pro. È uno dei miei obiettivi, anche se sono consapevole delle difficoltà. Mi manca l’odore dell’erba, forse perché la sentivo come casa mia. So che sarà difficile perché le panchine sono poche e gli allenatori sono tanti“.

Signori poi parla d’attualità. Gli Europei 2021 sono alle porte e l’Italia vuole stupire: “Le condizioni e le qualità per vincere ci sono, si sta aprendo un ciclo e l’Italia di Mancini può andare lontano“. Pensando al passato, c’è quel ricordo di una Finale mondiale non giocata nel ’94 perché l’allora CT Arrigo Sacchi lo vedeva più laterale sinistro di centrocampo che al centro dell’attacco con Roberto Baggio: “Dovesse capitare adesso, giocherei anche in porta al posto di Pagliuca, essere in una Finale capita una volta nella vita“.

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