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Ciclismo, Fabio Aru: ritiro da non escludere o futuro in una Professional italiana

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Il punto più basso della carriera di Fabio Aru sembrava essere arrivato l’anno scorso, con il ritiro prematuro al Tour de France. Non c’è mai limite al peggio: la nuova annata, con la Qhubeka-Assos, non era iniziata al meglio per il sardo che in ogni caso aveva proseguito, mese dopo mese, con l’obiettivo Grande Boucle: niente da fare, forfait arrivato a pochi giorni dal via di Brest.

Le sue parole ieri, sui canali della propria compagine, sono state chiare: “So cosa serve per essere competitivi al Tour, io ho avvertito problemi fisici nel fine settimana, il mio corpo non è dove dovrebbe essere per il Grand Depart. Dopo aver discusso la situazione con il team, ho deciso che è meglio rinunciare alla trasferta”.

Domenica infatti era arrivato il ritiro in quel di Imola sulle strade del Campionato Italiano, a completamento di un 2021 da dimenticare: l’azzurro, che ha disputato prevalentemente corse in Francia (ma si è spostato anche in Belgio per le classiche delle Ardenne), salvo un diciottesimo posto al Tour de la Provance nel mese di febbraio, non ha mai centrato una top-20, il che è tutto dire: la condizione, di fatto, non è mai arrivata. 

Le tante pressioni a livello psicologico e i diversi problemi fisici hanno influito moltissimo sulla carriera di uno dei talenti più puri del ciclismo tricolore: ormai da quattro anni Il Cavaliere dei Quattro Mori non riesce più ad esprimere la pedalata che in maglia Astana gli aveva consentito di trovare due podi in classifica generale al Giro d’Italia, una top-5 al Tour de France (con successo di tappa e Maglia Gialla vestita) e soprattutto il trionfo alla Vuelta di Spagna nel 2015. La carriera ad alto livello del sardo, a conti fatti, si è arrestata a fine 2017, proprio in concomitanza con la scadenza di contratto con l’Astana ed il passaggio alla UAE Emirates. 

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Difficile rivedere Fabio Aru ai massimi livelli, da capire cosa vorrà fare del proprio futuro: con l’attuale team ha solamente un anno di contratto che, salvo ribaltamenti di fronte clamorosi, non verrà rinnovato. L’ipotesi ritiro, visti i 31 anni ormai da compiere, non è così utopistica. La speranza è quella che il sardo provi a dare una svolta, magari ripartendo dal basso, da una Professional: alla mente torna l’offerta economica importante ricevuta e rifiutata mesi fa dalla Bardiani-CSF. Chissà che Bruno Reverberi non si faccia nuovamente avanti. Si tratterebbe di ripartire con umiltà dal basso, disputando corse minori in preparazione al Giro d’Italia 2022. Aru avrà voglia di riprovarci ancora?

Foto: Obatala-photography / Shutterstock.com

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