Formula 1
F1, Charles Leclerc e il ‘vizio’ della pole…con bandiera rossa e incidenti!
La qualifica del Gran Premio di Azerbaijan ha riservato come di consueto diversi colpi di scena sotto forma di incidenti, bandiere rosse e giochi di scie, con un risultato finale estremamente favorevole per la Ferrari. Charles Leclerc ha infatti conquistato una clamorosa pole position, bissando di fatto l’affermazione al sabato di Montecarlo e raggiungendo quota nove partenze al palo in carriera nella massima serie.
Il monegasco della Rossa è un grande specialista del giro secco, come dimostra il suo incredibile ruolino di marcia del 2019 nella stagione di debutto con la scuderia di Maranello in Formula 1 (dopo aver trascorso il 2018 da rookie in Alfa Romeo-Sauber), ma anche oggi il risultato si è materializzato con un epilogo abbastanza bizzarro.
Charles ha firmato il miglior tempo assoluto nel primo time-attack del Q3, anche grazie ad un’ottima scia casuale nel T3, ma nessuno ha potuto completare il secondo tentativo in seguito alla bandiera rossa provocata dall’incidente di Yuki Tsunoda (che ha coinvolto di riflesso anche Carlos Sainz con l’altra SF21).
Bandiera rossa che ha di fatto permesso a Leclerc di difendere la pole dagli attacchi dei vari Verstappen, Perez e Hamilton, proprio come un paio di settimane fa a Montecarlo. In quel caso fu però lo stesso 23enne a provocare la conclusione anticipata della sessione, andando a sbattere violentemente contro le barriere in uscita dalla chicane delle Piscine.
Curiosamente, anche la terzultima pole position ottenuta dal prodotto della FDA è arrivata in circostanze anomale. Le qualifiche del GP Messico 2019 si conclusero infatti con il miglior tempo di Max Verstappen su Red Bull, penalizzato (di 3 posizioni in griglia) in un secondo momento dai commissari per aver ammesso di non aver rispettato le bandiere gialle durante il suo ultimo giro veloce. In quel modo, Leclerc balzò dalla seconda alla prima posizione, guadagnando la settima e ultima pole della sua stagione nel 2019.
Foto: Lapresse