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MotoGP, per i piloti italiani una stagione 2021 di apprendistato e di transizione

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Archiviato il Gran Premio di Germania, ottava gara della stagione, è giunto il momento di fare un’analisi a tutto tondo della situazione dei piloti italiani in MotoGP. È indiscutibile come l’unica speranza del Bel Paese per vincere il titolo 2021 risponda al nome di Francesco Bagnaia, il quale attualmente occupa la quarta posizione in classifica generale a 32 punti da Fabio Quartararo.

La matematica tiene in corsa il ventiquattrenne piemontese, nonostante sia ancora alla caccia del primo successo parziale nella classe regina. L’impressione è che Pecco possa davvero diventare, un giorno, Campione del Mondo. Tuttavia è ancora in una fase di apprendistato. In tal senso il weekend del Sachsenring è stato emblematico. Bagnaia è partito malissimo e si è trovato in una crisi così acuta da rinunciare a qualsiasi time attack al venerdì, allo scopo di lavorare il più possibile sul set-up.

Lentamente, ma progressivamente, il numero 63 ha saputo migliorare di sessione in sessione, aggiungendo un pezzo al proprio puzzle turno dopo turno. Alfine, nonostante abbia cominciato il fine settimana dai bassifondi della classifica, ha saputo rimontare alla grande in gara (dove peraltro è stato autore di una partenza non perfetta), sino a concludere al 5° posto, risultando quindi il migliore tra i piloti Ducati. Infatti, ieri, Jack Miller ha concluso 6° e Johann Zarco 7° nonostante si siano dimostrati nettamente più competitivi tra venerdì e sabato.

Insomma, Pecco ha avuto bisogno di tanti chilometri, ma è riuscito a essere il più efficace tra i piloti della Casa di Borgo Panigale. Chiaramente, partendo così indietro, ha dovuto accontentarsi di un piazzamento di prestigio, ma ha dimostrato tutte le sue qualità. L’impressione è che al ventiquattrenne piemontese manchi ancora un po’ di esperienza, intesa come bagaglio tecnico per trovarsi istantaneamente a proprio agio con il mezzo meccanico. Bagnaia, dunque, sta studiando da futuro iridato. Il presente appare invece quello di piazzato di lusso che, si spera, possa togliersi lo sfizio del primo successo in MotoGP già quest’anno.

Nessun altro italiano è attualmente nella top-ten della classifica generale, neppure Franco Morbidelli, reduce da un weekend da dimenticare. L’impressione è che il ventiseienne romano, dopo gli eccellenti risultati di Portimao e Jerez, si sia un po’ seduto, consapevole di gareggiare con una moto obsoleta che lo obbliga a trovarsi perennemente di rincorsa rispetto a tutti gli altri. Si ha la sensazione che il 2021 di Morbido, vice-campione 2020, prenda i connotati di un’annata di transizione in attesa di disporre della stessa M1 full spec di Fabio Quartararo e Maverick Viñales nel 2022. Dunque, da Morbidelli ci si può aspettare qualche exploit se tutto dovesse girare per il verso giusto, ma non certo continuità.

Su Valentino Rossi ormai c’è poco da aggiungere, 17 punti in otto gare con un 10° posto come picco sono il bilancio di un centauro ormai ridotto a essere l’ombra di sé stesso. Considerando come le difficoltà appaiano ormai croniche e la MotoGP abbia preso una direzione tecnica a lui indigesta, viene da chiedersi se il Dottore sarà ancora in pista il prossimo anno. Le indiscrezioni riportate dalla Gazzetta dello Sport parlano di un futuro nell’endurance a quattro ruote. Senza dubbio una prospettiva più stimolante rispetto a quella di continuare a barcamenarsi per posizioni di rincalzo, seppur in una categoria in cui rappresenta un’istituzione.

A proposito di chi potremmo non vedere più nel 2022, Danilo Petrucci si sta giocando proprio in questi giorni un’importante fetta del suo futuro. Solo uno tra lui e Iker Lecuona rimarrà alla Ktm Tech3 come compagno di squadra di Remy Gardner (Raul Fernandez avrebbe espresso la propria intenzione di restare in Moto2 per un’altra stagione). Risultati alla mano, l’umbro sta facendo meglio del valenciano (peraltro alla seconda stagione consecutiva con la Casa austriaca), che però dalla sua ha una carta d’identità di dieci anni più leggera. Di certo c’è che Petrux, nonostante gareggi su una moto troppo piccola per la sua mole, ha dimostrato di essere ancora oltremodo competitivo quantomeno sotto l’acqua. Rimane, dunque, un jolly in condizioni di bagnato o asfalto particolarmente freddo.

Enea Bastianini e Luca Marini stanno vivendo la loro stagione da rookie, dunque sono in pieno apprendistato, peraltro con una moto del 2019. Ovvio, quindi, che non possano puntare a risultati di rilievo, ma debbano mirare ad accumulare quanta più esperienza possibile. Entrambi hanno il 2022 assicurato (il primo correrà con il Team Gresini, mentre è palese come il secondo sia destinato a essere uno dei due piloti del Team VR46), dunque possono stare tranquilli. Sinora la Bestia ha ottenuto picchi di rendimento più elevanti di Maro, commettendo però anche qualche ingenuità di troppo.

Infine, Lorenzo Savadori, chiamato in extremis a sostituire Andrea Iannone, sta vivendo con dignità la sua esperienza nella massima categoria motociclistica, dopodiché per il 2022 cederà verosimilmente la sella ad altri. Magari il rientrante Andrea Dovizioso? Lo scopriremo presto.

 

Foto: MotoGPpress.com

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