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Nuoto, Settecolli 2021. In vasca tutte le star azzurre in attesa di buone notizie da Paltrinieri

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Doveva essere una grande festa, magari impreziosita da qualche risultato di altissimo spessore, il Settecolli 2021 ma la notizia della malattia di Gregorio Paltrinieri che rischia di minare la sua presenza da protagonista a Tokyo dovrebbe inseguire il tris di ori tra piscina e acque libere, pesa come un macigno sullo stato d’animo che accompagna la vigilia del grande appuntamento natatorio romano.

Paltrinieri mancherà qui, dove lo scorso anno fece segnare il secondo crono al mondo nei 1500 stile libero e speriamo che non manchi ai Giochi: è un atleta tenace, che non si ferma neppure davanti alle avversità, lo ha saputo dimostrare in passato e ci proverà fino in fondo anche in questo difficile momento.

Non mancano certo i temi di interesse in vista della tre giorni alla Piscina del Foro Italico, a tal punto che elencarli tutti diventa davvero difficile. E’ sicuramente, quello del Settecolli, un appuntamento importantissimo non solo per la squadra italiana che uscirà finalmente completata dopo un anno e mezzo di percorso (i primi quattro qualificati per Tokyo furono decretati a dicembre 2019). Ci sono tanti campioni a livello internazionale, c’è il solito scenario fantastico e dunque, messa da parte la preoccupazione per Greg, per la cui guarigione cui tutti gli appassionati fanno il tifo, cerchiamo di vedere cosa potrà accadere in questi giorni.

Prima di tutto la formula di gara Il Trofeo Settecolli si disputa con la formula delle serie progressive. Gara secca, senza batterie: chi stabilisce il miglior tempo vince. Sono previste quattro sessioni di gare. Le due sessioni mattutine saranno divise in una sessione maschile e una femminile, alternandosi nelle giornate; quella pomeridiana e serale saranno miste. Al mattino in vasca gli atleti con i tempi di iscrizione più lenti: alle 9 e alle 11. Al pomeriggio quelli con i tempi di iscrizione intermedi (ore 16.15), alla sera (18.30-20.45) in vasca le batterie con i tempi di iscrizione più veloci con un massimo di tre atleti stranieri per ciascuna (potranno essere una o due).

I fari sono puntati sostanzialmente sulle punte della Nazionale azzurra, anche se dal punto di vista tecnico potrebbero essere le cosiddette seconde linee a fare segnare i risultati migliori visto che il direttore tecnico Cesare Butini sarà chiamato a fine manifestazione a completare le caselle mancanti della Nazionale in prospettiva Tokyo, inserendo gli ultimi componenti delle sette staffette qualificate e e magari ancora alcuni elementi per le gare individuali.

Attesa per le prestazioni di Federica Pellegrini, che potrebbe già mostrare qualche progresso in attesa della fase di rifinitura che potrebbe portarla a ridosso delle superstar dei 200 stile libero, da Titmus e Ledecky che già hanno mostrato cose mirabolanti nelle ultime settimane. Attesa ancora di più per Gabriele Detti, che a Riccione era discretamente piaciuto, a Budapest è arrivato non al meglio della condizione ed ha deluso ma chi lo conosce conferma che il cambio di passo c’è stato e che a Tokyo, in una gara con tanti pretendenti ma senza un vero padrone, i 400 stile libero, potrebbe fare molto bene.

Margherita Panziera, reduce dal secondo titolo europeo consecutivo nei 200 dorso, a Tokyo avrà un lotto di avversarie di altissimo livello ma non Regan Smith che le scombinò i piani a Gwangju con una gara strepitosa. Potrebbe essere un vantaggio anche dal punto di vista psicologico per la veneta che al Foro Italico tenterà di migliorarsi e di lanciare la volata per Tokyo. Anche Alessandro Miressi, da casa, è uscito abbastanza rafforzato dalla girandola dei trials delle grandi potenze del nuoto. Dressel (senza farsi illusioni visto che non era nella sua migliore versione e sa bene che l’obiettivo sono i Giochi) non ha strabiliato sui 100, dall’Australia gli avversari sembrano alla portata: se il torinese sarà quello di Budapest potrebbe davvero uscire qualcosa di inatteso.

Sempre restando alle punte c’è Simona Quadarella che invece ha visto spuntare come funghi rivali di buon livello, soprattutto negli 800 stile che è diventata una gara complicata ed affollata, nella quale la romana rischia di essere attorniata da grandi campionesse, Ledecky, Titmus, le cinesi su tutte, che puntano ad un posto sul podio con qualità tecniche di altissimo livello. Meno trafficati i 1500 stile che potrebbero diventare la gara di riferimento, ai Giochi Olimpici, della sei volte campionessa d’Europa.

E poi c’è la rana azzurra. L’ennesima sfida a tre tra Pilato, Carraro e Castiglioni: le prime due si ritroveranno a Tokyo, la terza potrebbe esserci ma solo per staffetta mista. Per le medaglie, si sa, è durissima ma i tempi fatti segnare da Benedetta Pilato nelle ultime settimane lasciano ben sperare e Martina Carraro ha insegnato a fidarsi di lei nelle ultime due stagioni quando c’è da preparare la grande manifestazione. Le rivali non mancano ma sono carte importanti da giocare.

Stessa cosa per la rana maschile dove Nicolò Martinenghi ha capito bene l’andazzo a Budapest: per salire sul podio bisogna volare e il varesino non si preclude alcun traguardo. Il Settecolli sarà per lui l’ennesima tappa di passaggio con voglia di fare bene, mentre per Pinzuti, Poggio e lo sfortunato Scozzoli sarà l’ultima possibilità per staccare il biglietto per il Giappone.

Tanti sono gli atleti sotto osservazione: dai protagonisti della 4×200 stile libero, agli specialisti dei 100 farfalla uomini e donne (Piero Codia e Ilaria Bianchi sono gli indiziati per seguire Burdisso e Di Liddo in Giappone), a quelli dei 100 dorso (Sabbioni dovrebbe affiancare Ceccon, altro osservato speciale del Settecolli e sarà battaglia per capire chi potrà essere la seconda in campo femminile). Capitolo a parte lo meritano i misti: fino a un anno fa sembravano il punto debole della Nazionale azzurra. Ora c’è Sara Franceschi e Ilaria Cusinato in rampa di lancio in campo femminile e un Alberto Razzetti straripante in campo maschile. Anche da qui si attendono conferme.

I CONVOCATI AZZURRI. Stefano Ballo (Esercito/Time Limit), Federico Burdisso (Esercito/Aurelia Nuoto), Thomas Ceccon (Fiamme Oro/Leosport), Yukio Santo Condorelli (Aurelia Nuoto), Gabriele Detti (Esercito/In Sport Rane Rosse), Marco De Tullio (Fiamme Oro/Swim Project), Stefano Di Cola (Marina Militare/CC Aniene), Luca Dotto (Carabinieri/Larus Nuoto), Manuel Frigo (Fiamme Oro/Team Veneto), Nicolò Martinenghi (CC Aniene), Alessandro Miressi (Fiamme Oro/CN Torino), Gregorio Paltrinieri (Fiamme Oro/Coopernuoto), Luca Pizzini (Carabinieri/IC Bentegodi), Alessio Proietti Colonna (Marina Militare/Aurelia Nuoto), Alberto Razzetti (Fiamme Gialle/Genova Nuoto My Sport), Matteo Lamberti (Carabinieri/GAM Sport), Ivano Vendrame (Esercito/Larus Nuoto), Mattia Zuin (Fiamme Oro/Nottoli 74); Simona Quadarella (CC Aniene), Martina Rita Caramignoli (Fiamme Oro/Aurelia Nuoto), Martina Carraro (Fiamme Azzurre/Azzurra Nuoto), Elena Di Liddo (Carabinieri/CC Aniene), Sara Franceschi (Fiamme Gialle/Livorno Acquatic), Margherita Panziera (Fiamme Oro/CC Aniene), Federica Pellegrini (CC Aniene) e Benedetta Pilato (CC Aniene).

LE NAZIONI PARTECIPANTI. Insieme agli azzurri saliranno sui blocchi nuotatori in rappresentanza di Argentina, Austria, Brasile, Francia, Danimarca, Sud Africa, Belgio, Finlandia, Germania, Ungheria, India, Israele, Kazakhstan, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Olanda, Nuova Zelanda, Grecia, Filippine, Serbia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna, Svezia, Norvegia, Svizzera, Turchia, Ucraina e Gran Bretagna.

LE STAR MONDIALI. Medaglie d’oro del passato, del presente e probabilmente del futuro ad impreziosire il meeting romano.Tra i campioni più attesi la svedese Therese Alshammar, che punta a qualificarsi alla settima Olimpiade della carriera, le olandesi Ranomi Kromowidjojo e Femke Heemskerk, la danese Pernille Blume, la svedese Sarah Sjoestroem al rientro dopo l’infortunio, l’ungherese Katinka Hosszu, la spagnola Mireia Belmonte Garcia, il brasiliano Bruno Fratus, gli ungheresi Kristof Milak e David Verraszto, il kazako Dmitriy Baladin, l’ucraino Andriy Govorov, il tedesco Marco Koch e il sudafricano Chad Le Clos.

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