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Roland Garros 2021: Djokovic-Nadal, capitolo numero 58. Zverev e Tsitsipas a caccia della prima volta
Sono due sfide così diverse che è davvero difficile immaginare un contrasto così elevato: al Roland Garros le semifinali avranno sapori che vanno in direzioni completamente opposte: una sarà un classico, l’altra una novità per questi livelli, anche se i protagonisti a questo livello ci sono già arrivati.
Il palcoscenico del Court Philippe Chatrier verrà chiuso dallo scontro tra Novak Djokovic e Rafael Nadal. Si tratta del confronto numero 58 tra i due giocatori, con un leggerissimo vantaggio a favore del serbo per 29-28, anche se di questi 28 successi del mancino di Manacor 19 sono giunti sul rosso. Rimane però vero il fatto che il serbo vanti 7 vittorie contro l’iberico sul mattone tritato, un dato più elevato rispetto a chiunque altro e che ha il suo picco nel 2011 e nel 2015, i due anni più importanti della sua carriera. Si tratta della replica della finale del 2020, vinta dal 13 volte campione per 6-0 6-2 7-5.
Percorso con pochi problemi per il numero 3 del mondo, che ha perso soltanto un set contro l’argentino Diego Schwartzman nei quarti, pur se ha rischiato di lasciarne per strada un altro al primo turno con l’australiano Alexei Popyrin e agli ottavi contro Jannik Sinner. Per quel che riguarda invece il leader del ranking ATP, dopo tre turni tutto sommato tranquilli, si è trovato in difficoltà con i due italiani incontrati negli ottavi e nei quarti. Lorenzo Musetti gli ha portato via, con grandissima personalità, i primi due set, prima di crollare fisicamente, mentre Matteo Berrettini non è andato poi lontano dal trascinarlo al quinto parziale nell’unica notte parigina col pubblico (anche se non fino alla fine). Quando i due si sono incontrati in semifinale per l’ultima volta, nel 2013, si è avuto uno degli incontri più famosi dell’era recente del torneo, vinto da Nadal per 9-7 al quinto set prima di vincere in finale su David Ferrer. Simili i tempi di permanenza in campo, con Djokovic che ha “compensato” il vantaggio acquisito nei primi tre incontri con quanto accaduto negli ultimi due. Servirà al serbo una buona partenza, anche perché lo spagnolo ha un impressionante 251-5 quando vince il primo set negli Slam, e dovrà allungare gli scambi, perché se si gioca su meno di quattro colpi il mancino di Manacor è totalmente avvantaggiato.
Ma ad aprire le danze sul Centrale parigino non saranno loro due: alle 14:50, infatti, sarà il turno di Alexander Zverev e Stefanos Tsitsipas. Pur nell’ancor giovane carriera dei due (24 anni il tedesco, 22 il greco), sono già state sette le partite giocate tra i due, con 5 successi dell’ellenico e 2 del teutonico, che curiosamente ha vinto il primo e l’ultimo (finora). Solo una volta si sono confrontati sul rosso, nei quarti di Madrid nel 2019, con successo di Tsitsipas in tre set. Sarà la prima volta assoluta a livello Slam in cui i due si incrociano. Sarà inoltre scritto per la prima volta un nuovo nome di finalista a Parigi, che nel caso del greco sarebbe anche nuovo in senso assoluto per i quattro tornei maggiori, mentre il tedesco arriverebbe alla seconda finale Slam.
Inizio (e non è neanche una grandissima novità) complicato per Zverev, costretto a rimontare due set di svantaggio al connazionale Oscar Otte, ma più semplice il resto del cammino: particolarmente significative le vittorie dal terzo turno (con il serbo Laslo Djere) in poi, con il giapponese Kei Nishikori e il miglior Alejandro Davidovich Fokina di sempre, almeno finora, travolti senza sconti. Cammino quasi immacolato anche per Tsitsipas, che un parziale l’ha ceduto negli ottavi di finale con l’americano John Isner. I pronostici erano, del resto, tutti dalla sua parte quando è stato svelato il tabellone ed è balzato all’occhio il fatto che lo spot di quarti del russo Daniil Medvedev (poi battuto) sarebbe stato suo. Abbastanza comparabili anche i tempi trascorsi in campo, il che lascia aperte speranze di una semifinale con molti motivi per essere osservata dal punto di vista tecnico. Sarà importante capire il rendimento al servizio del tedesco, che dovrà anche tenere il più possibile lontano dalla rete il greco.
Foto: LaPresse