Senza categoria
Roland Garros 2021, la finale: Djokovic per puntare alla storia, Tsitsipas vuole il primo grande acuto
Un evento, più che una finale. Per la quarta volta dal 2005 l’ultimo atto del Roland Garros non vedrà protagonista Rafa Nadal, e già per questo il 13 giugno 2021 sarà un giorno da ricordare per il tennis mondiale. Ma quest’oggi il match del Philippe Chatrier tra Novak Djokovic e Stefanos Tsitsipas potrebbe rappresentare uno snodo importantissimo nella carriera di entrambi.
Una vittoria del numero 1 al mondo potrebbe essere davvero storica. Probabilmente negli annali resterebbe di più la vittoria su Nadal che è già entrata di diritto nell’epica di questo sport; Nole è apparso solidissimo in tutta la sua avventura a Parigi, uscendo dalle difficoltà in maniera brillante. Uscire dalle sabbie mobili in quel modo dopo l’inizio dirompente di Rafa, rendendo gli scambi durissimi e fiaccando la resistenza dell’iberico, è un capolavoro di tattica così come il non aver perso la calma quando agli ottavi si è ritrovato sotto due set a zero contro Lorenzo Musetti; d’altro canto, l’essersi caricato a pallettoni nel finale del match contro Matteo Berrettini è stato l’unico momento in cui ha mostrato davvero paura durante il torneo.
Adesso per lui arriva una chance concreta di alzare la Coppa dei Moschettieri a distanza di cinque anni: un successo che significherebbe diciannovesima prova dello Slam in bacheca, a -1 dal record assoluto di Nadal e Roger Federer, e soprattutto una concreta possibilità di poter infilare il Grande Slam, a 52 anni di distanza da Rod Laver, unico a riuscire nell’impresa (due volte) con Don Budge. Wimbledon e US Open sono ampiamente alla portata, e in fondo Djokovic ha già vinto tutti e quattro i tornei nel corso di un anno, solo che quella volta iniziò il suo percorso da Londra nel 2015. Oltretutto, quest’anno ci sono anche le Olimpiadi sul cemento indoor di Tokyo: l’appetito vien mangiando, e questo 2021 potrebbe trasformarsi come l’occasione per entrare nella storia di questo sport.
Ma prima bisognerà passare dalla freschezza, fisica e atletica, di Stefanos Tsitsipas. La sua prima finale Slam è il giusto merito di un giocatore al numero 1 della Race, capace di vincere il suo primo Masters1000 a Montecarlo e di aver messo costantemente in difficoltà i due supercampioni che si sono massacrati nella semifinale di ieri. C’è da dire che il tabellone lo ha aiutato fino ai quarti di finale, finendo nello stesso settore di Daniil Medvedev, non un drago sulla terra ma che ha ottenuto almeno il risultato migliore possibile concludendo tra i migliori otto.
Nella semifinale di venerdì con Alexander Zverev ha continuato su questa falsariga per due set, facendosi poi paralizzare dalla tensione nei giochi successivi rimettendo in piedi una partita praticamente già vinta. Può capitare per un ragazzo di ventidue anni tremare un po’ ad un centimetro dal traguardo, è indubbio. Ma è letale quando si gioca a questi livelli, e può esserlo ancora di più quando si gioca contro un giocatore che praticamente si nutre delle paure degli avversari come Djokovic. Ora per Tsitsipas c’è l’occasione per diventare grande, per confermarsi come il Next Gen, ormai Current Gen, più accreditato per prendersi lo scettro di numero uno al mondo. E per poterlo fare, dovrà far abdicare il regnante odierno, reduce da una delle più grandi imprese della sua carriera e con tante altre nel mirino.
Foto: LaPresse