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Roland Garros 2021, Matteo Berrettini se la gioca con Novak Djokovic ma si arrende in quattro set

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Si chiude nel silenzio del Philippe Chatrier e fra le urla di Novak Djokovic il Roland Garros di Matteo Berrettini. Il romano non riesce a cancellare l’inevitabile Djokovic-Nadal in semifinale, inchinandosi in quattro set al numero 1 al mondo. Dopo i primi due set persi per 6-3 6-2, per Matteo si apre uno spiraglio con la vittoria al tie-break e l’inerzia è dalla sua fino a inizio quarta frazione, ma dopo l’interruzione per far sfollare il pubblico il serbo torna il solito demone e si impone per 7-5 dopo poco più di tre ore e mezza di partita, sfogandosi un’esultanza che sottolinea la portata del match dell’azzurro. Bravo comunque il numero 9 al mondo a crederci e a rendere la vita difficile a Djokovic, chiudendo in maniera positiva la sua stagione sulla terra.

In avvio ogni gioco è estremamente combattuto. Il primo ad avere possibilità di poter mettere il naso avanti è Matteo; una palla break sia nel primo che nel terzo gioco, ma Djokovic è bravissimo a cancellarle con una prima di servizio portentosa ed un servizio e dritto. Novak è centrato, cerca di far muovere tanto l’azzurro per non permettergli di sprigionare la propria potenza e riesce nell’intento, guadagnandosi due chance di break nel quarto gioco. Berrettini annulla la prima, ma si piega sulla seconda sparando via un dritto; il numero 1 al mondo gestisce magistralmente l’andamento della prima frazione, chiudendo senza patemi sul 6-3.

Djokovic non è quello dei primi due set con Lorenzo Musetti, assai contratto e spesso con un attimo di ritardo sui colpi. Oggi ha sempre il giusto timing sulla palla ed è in versione muro di gomma, arrivando sempre sui colpi di Berrettini. Il romano, di contro, è spesso costretto a forzare la giocata per cercare il punto, ma purtroppo arrivano più gli errori che altro; aggiungiamo anche alcuni grandi colpi del numero 1 al mondo nei momenti topici alla ricetta e in tavola viene servito un 6-2 in 34 minuti.

Sotto due set a zero, Matteo trova un po’ di brillantezza in più nei suoi turni di servizio. Non siamo ai livelli delle partite della prima settimana, ma almeno limita le risposte ficcanti di Djokovic, riuscendo così a mettere i piedi in campo in uscita dalla battuta. Ma il numero 1 al mondo è praticamente perfetto al servizio, concedendo soltanto tre punti nei sei giochi in cui lo scambio parte dalla sua metà campo. Si arriva al tie-break, e Berrettini si apre uno spiraglio con il 4-3 e servizio con un gran dritto lungolinea; e invece il romano si ritrova sotto mandando in corridoio il dropshot e sbagliando un dritto. Il match è nelle mani di Djokovic, che però manda in rete due dritti incrociati offrendo il set point a Matteo, che lo sfrutta con una bastonata da fondocampo.

Ora l’azzurro ci crede, è più sicuro negli scambi e strappa anche gli applausi del Philippe Chatrier con un dritto in corsa lungolinea che finisce dritto negli highlights della partita. Purtroppo però sono anche tra gli ultimi accenni del pubblico, costretto a dover rincasare a causa del coprifuoco. Match interrotto per 20 minuti e a giovarne di più è Djokovic, tornato ficcante negli scambi; Matteo ha invece perso quel minimo di inerzia che aveva accumulato ad inizio frazione. Si avanza fino al 6-5 e servizio Berrettini, ma lì Djokovic si conferma un fuoriclasse conquistando tre match point; l’azzurro annulla i primi due da campione, ma deve inchinarsi alla terza chance, con il serbo che urla in maniera indemoniata al termine del match, forse per esorcizzare un po’ di paura provata durante l’incontro.

Per darsi una possibilità Matteo doveva servire come aveva fatto nelle prime tre partite, ma purtroppo non è andata così: solo il 65% di prime in campo, con 27 punti concessi con la prima (67/94) ed un brutto 42% con la seconda (21/50), dovuto anche alle grandi abilità di Djokovic in risposta. Entrambi chiudono in positivo il saldo vincenti-non forzati, Matteo è praticamente costretto a tirare più vincenti (55 a 44 il computo totale), ma a fare impressione è la differenza negli errori: 51 per Berrettini, soltanto 19 in tutto il match per il numero 1 al mondo.

Foto: LaPresse

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