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Ciclismo
Tour de France 2021, il percorso a confronto con il Giro d’Italia. Più chilometri a cronometro, meno arrivi in alta quota
Siamo ormai giunti a poche ore di distanza dal via del Tour de France 2021. La 108esima edizione della Grande Boucle prenderà il via sabato 26 giugno da Brest, per poi terminare, dopo 21 tappe, domenica 18 luglio sugli Champs-Elysèes di Parigi. Come ogni anno, guardando anche le decisioni prese dai vari corridori, specialmente da parte dei big, è inevitabile notare le differenze tra le due principali grandi gare a tappe della stagione, ossia per l’appunto il Tour e il Giro d’Italia che ci siamo appena lasciati alle spalle.
Ciò che salta più all’occhio sono sicuramente i chilometri a cronometro. Infatti la Corsa Rosa ha proposto due prove contro il tempo in apertura e in chiusura della rassegna, mentre il Tour ha optato sempre e comunque per due tappe, ma in occasione della quinta giornata, e come l’anno scorso per la ventesima prima della classica passerella parigina, e soprattutto il Giro ha messo in campo circa 39 chilometri a cronometro, mentre il Tour la bellezza di 58 chilometri: ben 20 in più per una selezione che potrebbe rivelare dei colpi di scena come nell’edizione del 2020.
Per quanto riguarda le tappe riservate ai velocisti invece, i francesi hanno optato per ben otto frazioni con ben poche difficoltà altimetriche, e che quindi avranno in mano il pieno controllo degli sprinter. Nel nostro Paese invece, si sono registrate soltanto quattro vittorie di tappa con una volata di gruppo, visto che in altre occasioni sono stati favoriti o i fuggitivi o gli sprinter più resistenti e quindi arrivi a ranghi ridotti.
Ma in verità, quello che salta più all’occhio, sono state le scelte un po’ inusuali da parte degli organizzatori del Tour de France, per quanto riguarda le tappe di montagna. Ebbene sì, perchè le tappe di media e alta montagna saranno sette, ma in realtà per poco meno della metà di esse potremo godere degli spettacolari arrivi in vetta. Gli unici infatti saranno quelli di Tignes, il Col du Portet, nella stessa tappa del Peyresourde, e Luz Ardiden; quest’ultimo, tra l’altro, sarà preceduto dalla scalata al mitico Col du Tourmalet.
Le restanti tappe, tra cui quella con la doppia scalata al Mont Ventoux, termineranno in discesa o comunque in pianura. Una scelta totalmente opposta al Giro d’Italia che ha proposto il primo arrivo in quota già in occasione della quarta tappa di Sestola, passando per Ascoli Piceno, Guarda Sanframondi, Campo Felice, il glorioso Monte Zoncolan, Sega di Ala, Alpe di Mera e Alpe Motta. L’unico traguardo di una tappa di montagna non in salita, è stato quello della funestata frazione di Cortina d’Ampezzo.
Insomma, non sappiamo quando spettacolo ci potrà regalare l’ormai immettente Grande Boucle, ma sta di fatto che se si parla di big, scalatori, classifica generale, storici traguardi, al momento il Giro d’Italia è apparso molto più duro e affascinante. Adesso non ci resta altro che attendere e vedere se la maestosità del Tour riuscirà a stupirci.
Foto: Lapresse