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America’s Cup, dove si svolgerà? Francesco Bruni: “I neozelandesi si diano una mossa…”

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Dove e quando si svolverà la prossima edizione della America’s Cup? Questa è la domanda più gettonata tra tutti gli appassionati di vela. Sono passati ormai quattro mesi dalla vittoria di Team New Zealand su Luna Rossa nella baia di Auckland e cresce l’attesa per sapere i dettagli più importanti riguardo alla competizione sportiva più antica al mondo. Entro il 17 settembre verranno comunicate ufficialmente location e date, i Kiwi sono in trattativa con Paesi esteri dopo aver rifiutato l’offerta economica di circa 60 milioni di euro avanzata dal Governo neozelandese.

Si parla tanto dell’Isola di Wight (Gran Bretagna, per buona gioia di Ineos Uk, Challenger of Record), di Cork (Irlanda), del Medio Oriente (Emirati Arabi Uniti, Oman, Arabia Saudita), di Cina e Singapore, ma anche di Valencia (Spagna). Senza dimenticarsi di una remota opzione per restare ad Auckland grazie all’apporto di alcuni privati. Senza mezzi termini, si sta cercando la migliore offerta economica e si sta spendendo anche parecchio tempo in questa operazione.

Una melina che non è particolarmente gradita agli avversari di Team New Zealand, come ha fatto capire Francesco Bruni, timoniere di Luna Rossa durante l’ultima campagna, in un’intervista concessa alla trasmissione Sail2u di OA Sport. Il velista siciliano, che ha ribadito l’intenzione di Patrizio Bertelli di partecipare alla prossima edizione della Coppa America, ha infatti criticato i detentori della Vecchia Brocca per l’atteggiamento che stanno sostenendo dopo il trionfo nel Golfo di Hauraki.

Al momento, infatti, l’attività è ferma proprio perché si dipende dalle azioni dei campioni in carica: “Bertelli ha ribadito la sua volontà di volere rifare la Coppa e questa è la cosa più importante perché senza di lui non succede nulla. La cosa che blocca ancora le operazioni è che i nezeolandesi non ci hanno ancora detto dove, come e quando. Così non è facile tenere attivo un team di oltre 100 persone con promesse e discussioni di banchina, ci vuole qualcos’altro. Max Sirena (lo skipper, ndr) sta cercando di tenere in piedi il nucleo più importante e costituire un gruppo di designer all’altezza di poter vincere la Coppa America. C’è la volontà di partire il prima possibile, i neozelandesi dovrebbero darsi un po’ una mossa“.

Il ribattezzato Checco ha proseguito: “Io faccio fatica a capire come una Nazione come la Nuova Zelanda accetti che la Coppa vada da un’altra parte. Faccio fatica a giustificare Dalton (CEO di Team New Zealand, ndr) perché il Governo gli ha offerto 100 milioni di dollari (neozelandesi, circa 60 milioni di euro, ndr): non servirà a coprire tutto il budget ma un aiuto è ed è forse l’aiuto più grande che hanno ricevuto dal Governo. Io se fossi Grant Dalton, anche se non avessi il budget più alto, preferirei perderla con onore in casa piuttosto che difenderla altrove. Il fascino della Coppa America è che chi vince ha sempre ragione“.

Foto: Luna Rossa Press

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