Basket
Basket femminile, Olimpiadi Tokyo: le favorite. Stati Uniti favoriti, l’Australia incalza, ma senza Cambage. Europee d’assalto
Sarà ancora oro Stati Uniti o cambierà il padrone? Questo è il dilemma del basket femminile che torna in scena alle Olimpiadi di Tokyo, e al momento le prospettive sono tutte dalla parte del team americano. Qualche tema d’incertezza però c’è, ed è soprattutto legato a una partita di preparazione.
Si tratta, infatti, di quella in cui l’Australia ha sconfitto le americane. Quella che, nella pratica, è una squadra di All Star, si è ritrovata a perdere contro una formazione che si è a sua volta dovuta mettere faccia a faccia con la perdita di Liz Cambage, che ha rinunciato a Tokyo per preservare la sua salute mentale da una serie di circostanze, non ultima l’assenza di pubblico, che si sarebbe trovata a vivere alla Saitama Super Arena.
Carte per certi versi da decifrare, quelle di questo torneo olimpico, che si trasformerà nell’ultimo ballo per tante. Lo è per Sue Bird, lo è anche per Diana Taurasi, e lo è con buone probabilità anche per Sylvia Fowles e Tina Charles. C’è da scommettere però che sarà Breanna Stewart uno dei veri perni della squadra: parliamo di una giocatrice che, a quasi 27 anni, ha vinto davvero qualsiasi cosa sia possibile vincere. L’Australia guidata in panchina da Sandy Brondello resta non lontana di livello perché ha giocatrici di un enorme livello, e tra queste non si possono dimenticare Bec Allen e Stephanie Talbot. Il tutto senza dimenticare il Canada con Kia Nurse e Natalie Achonwa a prendersi sulle spalle buona parte dell’attacco.
C’è poi da considerare tutto il contingente europeo. La Spagna ritorna con Alba Torrens dopo il problema-Covid degli Europei suo e di Tamara Abalde, e con l’ancora spettacolare Laia Palau che, con i suoi 41 anni, fa un po’ le funzioni di quel che è Pau Gasol al maschile, sebbene nel ruolo all’opposto del suo. C’è la Serbia che ha vinto il titolo continentale, sulle ali di Sonja Vasic (ex Petrovic), e che adesso vuole riconfermarsi a livello olimpico per provare a dare la caccia a una medaglia.
E c’è poi anche la Francia, con l’asse play-pivot Marine Johannes-Sandrine Gruda che di problemi ne creerà a tanti. Una squadra, però, ha una grandissima voglia di vendetta: è il Belgio, che la conquista del continente non l’ha forse mai vista così vicina e che sta vivendo la sua più grande generazione. E ha Emma Meesseman, rispettata e temutissima anche in WNBA. Difficile uscire da questi nomi, se non per la questione oro, almeno per quella delle medaglie, per un torneo olimpico femminile che raramente come quest’anno ha tantissimo da dire.
Foto: LaPresse