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British Open 2021, Guido Migliozzi e Francesco Molinari pronti ad attaccare il Royal St. George
I migliori giocatori del mondo del golf si preparano a dare il via all‘ultimo major della stagione, con il 149esimo British Open che inizierà domani sullo storico percorso inglese di Royal St. George. Sarà la quindicesima volta che questo campo ospiterà il più importante evento europeo della disciplina, la prima dal 2011 quando Darren Clarke ha conquistato la vittoria e il suo unico titolo major della carriera.
Naturalmente la grande maggioranza delle stelle del golf sarà pronta sul tee domani a Sandwich, anche se negli ultimi giorni ci sono state parecchie defezioni di peso che abbassano la qualità del field. Il campione del Master Hideki Matsuyama è dovuto restare ai box per il protocollo Covid-19 e lo stesso destino è toccato al mancino Bubba Watson, che ha annunciato di essere stato a contatto con un positivo di recente e di non aver voluto salire sull’aereo per paura di contagiare qualcuno.
Tra i primi 50 dell’ordine di merito mondiale anche i due coreani Sungjae Im e Si Woo Kim salteranno l’Open Championship per cercare di ottimizzare la preparazione sulle imminenti Olimpiadi. Tuttavia, restano tutti gli altri big da osservare, a partire da Dustin Johnson e Jon Rahm che continueranno a contendersi il posto di numero 1 del mondo, Rory McIlroy, Justin Thomas, Brooks Koepka, Jordan Spieth, Collin Morikawa e tanti altri, tra i quali ricordiamo saranno presenti anche i nostri due migliori rappresentanti Guido Migliozzi e Francesco Molinari, campione 2018.
Il percorso del Royal St. George’s Course (Sandwich, Inghilterra) è un par 70 di 7.189 yards che corre lungo la costa del Kent, con Sandwich Bay visibile in molte delle buche. È un vero test link, che sarà influenzato come sempre dalle condizioni meteorologiche britanniche spesso in continua evoluzione. Sarà fondamentale tenere d’occhio questo fattore per tutta la settimana, soprattutto nei primi due giri dove qualcuno potrebbe avvantaggiarsi pesantemente.
Caratteristica principale del campo sono gli infiniti bunker e i saliscendi presenti di fatto in tutte le buche, in classico stile links, con numerose depressioni pronte a inghiottire la palla o deviarne il rotolo e portarla nella festuca. Ci si aspettano score non devastanti, anche perchè i par 5 sono solamente due e solamente quello della 7 si può definire una buca di recupero. Clicca qui per scoprire il percorso del Royal St. George analizzato buca per buca.
Foto: LaPresse