Calcio
Calcio, parole di fuoco di Wayne Bridge contro Roberto Mancini: “Speravo perdesse, non è un buon allenatore”
Non si può andar d’accordo con tutti. Roberto Mancini, reduce dal trionfo agli Europei 2021 di calcio nelle vesti di CT della Nazionale, sta ricevendo diverti attestati di stima: dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al comune tifoso. L’aver portato la selezione del Bel Paese sul tetto d’Europa 53 anni dopo è qualcosa da rimarcare, al pari del fatto che il “Mancio” abbia proposto con la sua squadra un ottimo gioco, ricostruendo una compagine che veniva dalla cocente mancata qualificazione ai Mondiali 2018 in Russia.
Mancini ha sicuramente provocato un grande dolore sportivo in Inghilterra, ma nello stesso tempo anche in terra britannica il suo operato ha lasciato un bel ricordo se si parla dei tifosi del Manchester City con cui il tecnico italiano vinse la Premier League, consentendo al club di fregiarsi di un titolo a distanza di quarant’anni dall’ultima volta.
Tuttavia, qualche voce fuori dal coro c’è ed è quella dell’ex terzino Wayne Bridge. Parlando alla trasmissione “The Big Stage di Bettingexpert”, Bridge ha spiegato le ragioni del sua avversione a Mancini. “Mi ha fatto male vederlo vincere. Non direi che è il peggiore che io abbia mai avuto, ma tatticamente non è poi così bravo. Ma quello che ha fatto è stato grande ed è una cosa che mi costa dire. La mia famiglia non era solamente contenta perchè stava vincendo l’Inghilterra, ma anche perché lui stava perdendo, quindi è stata una cosa ancora peggiore. Non l’ho mai capito come allenatore. Al Manchester City ha vinto la Premier League, quindi i tifosi lo adorano, ma se guardate ai calciatori e alla squadra che aveva, l’ha vinta grazie a loro, non perché è un buon allenatore“, ha dichiarato.
Entrando nel dettaglio, l’ex giocatore ha specificato cosa non è andato per il verso giusto con l’attuale CT dell’Italia: “Gli allenamenti non mi piacevano per niente. Facevamo tattica contro delle sagome e come terzino ti diceva ‘la devi passare a lui o a lui, se la passi di qua corri di là, se la passi di qua corri di là’. Bellamy ha provato a chiedere qualcosa, tipo ‘che succede se in partita qualcuno fa questo’ e Mancini gli ha risposto ‘zitto’, l’ha mandato a casa e non lo ha fatto tornare agli allenamenti. Ed è una cosa che da un allenatore non capisco“.
Foto: LaPresse